Un italiano su 5 avrebbe difficoltà a far fronte a una spesa imprevista di circa mille euro

Con i consumi praticamente congelati – fatta eccezione per alimentari e tecnologia – aumenta la propensione al risparmio. E se il 58% riesce a risparmiare senza fare troppe rinunce, un italiano su 5 avrebbe difficoltà a far fronte a una spesa imprevista di circa mille euro, dato che sale a oltre il 50% se la spesa arrivasse a diecimila euro. I dati emergono dall’indagine annuale Ipsos-Acri, realizzata in occasione della giornata del Risparmio. E che mostra un’Italia a due facce, con un divario che si va allargando verso chi riesce ad accantonare, anche aiutato dalla contrazione dei consumi causata dal lockdown, e chi invece si trova in grave difficoltà, con una situazione ancora più complessa rispetto agli anni passati: nel 2019 le famiglie direttamente colpite dalla crisi erano il 18%, oggi sono il 21%, mentre il 53% degli intervistati conferma una buona tenuta del proprio tenore di vita negli ultimi 2-3 anni e il 65% dichiara di essere soddisfatto della propria situazione economica attuale. Ben l’84% degli italiani è convinto che la crisi sia grave – anche se la fine sembra più vicina, tra le speranze per l’arrivo del vaccino e quelle per il Recovery fund – e del 30 percento degli italiani è convinto che la propria situazione economica personale e familiare non consente di affrontare un nuovo lockdown, il 61% invece ce la farebbe. Per il 65% la maggiore preoccupazione è quella di un contagio, mentre il 26% si dice maggiormente preoccupato per la perdita del reddito, del lavoro o dei propri risparmi:il 13% degli intervistati dice di essere stato colpito duramente dalla crisi negli ultimi 12 mesi, per aver perso il lavoro (10%) o non aver ricevuto lo stipendio (3%), mentre il 12 percento denuncia condizioni di lavoro peggiori. E se per la maggior parte degli italiani il prossimo futuro non genera forti preoccupazioni, un orizzonte temporale di 10 o addirittura 20 anni cambia lo scenario e intimorisce il 57%.

La ricostruzione post Covid, si legge nei risultati della ricerca, dovrà tenere conto di due istanze importanti: perseguire con convinzione un percorso verso lo sviluppo sostenibile e offrire formazione soprattutto ai giovani, per contrastare la povertà educativa. Chi ne esce bene è l’Unione europea, che ha rappresentato un valido aiuto per l’Italia durante l’emergenza determinando un’impennata nel livello di fiducia. Più di due terzi degli italiani (68%) sposa appieno l’idea che l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea sarebbe un errore imperdonabile e il 57% ritiene che, in una prospettiva lunga 20 anni, è meglio essere nell’Euro piuttosto che avere una propria divisa nazionale, preferita solo dal 27%

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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