A.E.S., Abruzzo Economy Summit : quando una “vision”- presunta – è una fuga-autentica – dalla realtà!

di Angelo Orlando*

 

Il 21-22 settembre 2023, a Pescara va in scena la terza edizione dell’Abruzzo Economy Summit,
celebrazione della assai poco accorta e lungimirante strategia di politica economica della
Regione Abruzzo e della sua maggioranza ( l’opposizione ha altri problemi esistenziali!).
Mentre il ministro Calderoli, con la sua assidua presenza, in Parlamento concretizza il suo
progetto di autonomia differenziata, questione assolutamente distante dal mondo abruzzese, il
Presidente Marsilio dichiara: “ Renderemo pubblica la nostra vision sui temi economici e,
contemporaneamente, l’AES sarà occasione per analizzare il contesto italiano ed europeo nel
quale operano le imprese, banche, professionisti, associazioni e istituzioni”.
Ora, il Presidente Marsilio ha già sperimentato qualche giorno fa, ad Atessa, un altro evento,
“ Competitività, Ricerca, Innovazione”, esattamente nello stesso momento in cui, senza avvertirlo,
il Ministro Fitto delineava, nello schema di Decreto Sud, la figura della ZES Unica-Sud.
Con questa scelta il Ministro plenipotenziario ricalca – stranamente? -i confini del Regno
borbonico, con l’aggiunta della Sardegna strappata ai piemontesi.
Se Ferdinando di Borbone aveva, come strumenti di potere e consenso, le 3 “ effe “: “feste, farina
e forca”, il Ministro non solo aggiorna la strumentazione con “eventi, interclassismo alimentare e
trappola” ma, addirittura, vista l’inflazione con annesse speculazioni, aggiunge le 3 “ P “ del
piemontese governo invasore: “Parlate, Pregate, Pagate”!
Tornando alla “visione”, purtroppo, il Governo nazionale e il sodale governo regionale mostrano di
essere assolutamente indifferenti a quella che, per l’Europa, è la realtà dell’Abruzzo.
Non esiste prova concreta che la politica abruzzese abbia letto e approfondito le pubblicazioni
europee sull’Indice di Competitività Regionale-RCI-del 2010, 2013, 2016, 2019, 2022.
Peccato, poi, che non abbia meditato abbastanza sul Focus Istat del giugno 2023, altro esempio
di testimonianza della non idilliaca condizione della nostra regione.
La pecca più grave, però, è la sottovalutazione- non conoscenza ?-di un’altra pubblicazione della
Commissione Europea, il Report finale, pubblicato nel giugno 2020, dalla London School of
Economics and Political Science, report così titolato: “ Uno studio sui rischi delle regioni europee
di essere catapultate nella trappola del reddito medio”.
“ Questo rapporto introduce e misura il concetto di “trappola dello sviluppo” regionale nel caso
dell’Unione Europea ( UE). Il concetto di “trappola dello sviluppo” regionale viene utilizzato per
identificare le regioni dell’Unione Europea che hanno perso il loro vantaggio competitivo e che
quindi si trovano ad affrontare sfide strutturali significative nel recuperare il dinamismo del passato
o semplicemente nel migliorare la prosperità per i loro residenti”.
Le regioni “indagate” sono l’Abruzzo, regione a reddito medio, la Champagne-Ardenne, regione a
reddito medio, la Croazia, regione a reddito basso, il sud della Svezia, regione a reddito alto.
L’analisi della realtà abruzzese va da pagina 51 a pagina 59 e a pagina 83 c’è un quadro sinottico.
Leggiamolo nella sua articolazione:
Traiettoria della trappola di sviluppo-d’ora in poi DT-.
L’Abruzzo è caduto nella “trappola di sviluppo” tra la metà degli anni ’90 e i primi anni 2000 (dopo
essere uscito dall’Obiettivo 1 e dopo aver perso i fondi nazionali). E’ stato aiutato, più tardi, dalla
migliore, rispetto al dato nazionale, performance economica per la presenza di una forte struttura
industriale e di pubblici investimenti per la ricostruzione dopo il terremoto del 2009; ha subito un
duro colpo dalla crisi del debito sovrano del 2012; il Pil pro capite a parità di acquisto è passato
dal 111% (media europea = 100) nel 1992 al 77% nel 2017.
Caratteristiche strutturali del sistema regionale.
Forte crescita dell’industria manifatturiera (1970-2018) sia in valore aggiunto sia in occupazione;
larga presenza di multinazionali straniere, scarto tra intensità di capitale e disponibilità e qualità di
capitale umano; debole sviluppo del terziario avanzato; debolissima urbanizzazione; scarso
investimento privato in ricerca e sviluppo; scarsa innovazione; mancanza di efficienza del
Governo italiano e delle amministrazioni locali; invecchiamento della popolazione e spopolamento
delle aree interne.
Percezioni negative (a supporto della trappola).
Convinzione sempre più diffusa di una trappola di sviluppo; ricostruzione post terremoto come
“opportunità perduta”; aziende controllate dall’esterno non in grado di sviluppare un gruppo
locale di fornitori; scarsità di investimenti diretti esterni- FDI-; debole internazionalizzazione e
integrazione nelle catene globali di valore; inadeguatezza infrastrutturale dei treni e strutture
aeroportuali; debolezza di conoscenza avanzata nelle attività di business-KIBS-; struttura
economica non sufficientemente innovativa; domanda di tecnici altamente specializzati
relativamente bassa, scarto tra domanda e offerta di lavoro; scarsa qualità di formazione tecnica e
vocazionale; inadeguatezza ed inefficienza delle locali classi dominanti; disallineamento delle
direzioni politiche e degli obiettivi nelle diverse legislature.
Percezioni positive (per smentire la trappola).
Qualcuno ( i nostri eroi?) vede l’inizio di una fase di recupero piuttosto che una trappola;
indiscutibile forza del settore manifatturiero, larga diversificazione dei settori; esempi di eccellenza
industriale (ad esempio automotive e meccatronica, ITC/aerospaziale, farmaceutica, alimentare);
presenza decisamente importante di innovative grandi aziende e multinazionali, ben connesse
con le università locali ( se gli autori del report avessero intuito la debordante creatività dei mirifici
organizzatori, cultori della cultura “privata” rappresentata dal mito Luiss, avrebbero omesso
questa sciagurata considerazione!); conoscenza e sfruttamento ancora parziale di asset
decisamente unici come l’ambiente e l’eredità artistica e archeologica.
Principali elementi negativi dietro la trappola di sviluppo.
Mancanza di capacità innovativa e, più generalmente, di un efficiente sistema di innovazione
strutturale; carenza di reti e collegamenti tra multinazionali, grandi e piccole aziende con
limitazione di salto di qualità e di processi di formazione collettiva; debole attività di
internazionalizzazione e di conoscenza avanzata degli strumenti finanziari.
Esempi- suggerimenti- di politiche attuabili.
Attivazioni di strategie di supporto all’apertura imprenditoriale che coinvolgano sistemi di
produzione locali rappresentativi di multinazionali stabilite in cinque settori di specializzazione:
automotive e meccatronica, farmaceutica, industria aerospaziale, alimentare, moda e design, in
perfetta corrispondenza con i pilastri più robusti della struttura industriale locale. Visione di lungo
termine: fare dell’Abruzzo la “regione dell’industria sostenibile””.
Ora, per Confindustria regionale la ZES unica “può essere un’occasione (Il Messaggero,
16/09/2023), ma sarebbe quantomeno opportuno chiedersi, osservando la graduatoria codificata
in R.C.I 2.0, 2022, perché nella ZES unica l’Abruzzo, regione in regime di “transizione”, sia
associato a tutte le altre regioni considerate dall’Europa come “meno sviluppate”!
Ricordato che la metodologia utilizzata dal Ministro Fitto, negli articoli 11 e seguenti del Decreto
Sud è, originalmente e tecnicamente, modellata su quella adottata, con intenti assolutamente
opposti, dall’astuto Ministro Calderoli per l’approvazione dei LEP, con Cabina di regia, Segreteria
tecnica, Missione unica, Progetto esecutivo, il tutto olimpicamente centralizzato per non
disturbare l’autonoma crescita del Nord ,(ma la crescita di una Polonia organizzata in 14 ZES non
insegna nulla?) aspettiamo le reazioni quando il modello di sviluppo ipotizzato per il Mezzogiorno,
dopo vent’anni di mancata coesione, realizzerà quella che, profeticamente, l’austroungarico
principe di Metternich definiva “una divisione dell’Italia perpetrata sciaguratamente dall’alto”!
Alla fine, poiché il privilegio di saziarsi delle affabulazioni dei Ministri Fitto, Urso e Tajani è riservato
agli addetti ai lavori, seguendo l’esempio del “ Convivio” di sommo padre Dante, gli organizzatori
concederanno almeno le briciole per “ dar pastura al volgo”?

*Insegnante, viene eletto al Senato della Repubblica nel 1994 nelle file di Rifondazione Comunista e per la XII legislatura fa parte della Commissione Finanze e Tesoro e di quella Agricoltura. Successivamente è per due mandati consigliere regionale in Abruzzo sempre per il PRC.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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Un commento

  1. Un articolo che condivido in pieno, ho già scritto ABRUZZO ECONOMY SUMMIT è propaganda inutile, l’Abruzzo ha bisogno di concertazione.

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