Autonomia, numeri non parole!

di Angelo Orlando*

Autonomia differenziata e referendum: quando tutti, sia quelli che enfatizzano l’autonomia, sia quelli che vorrebbero cancellarla, dovrebbero parlare agli abruzzesi non con le parole, ma con i numeri!

 

 

Chi ha coperto questa differenza finora, con l’autonomia continuerebbe a farlo?
Ancora:
2021- totale delle entrate (Iva regionalizzata + Irap delibera CIPE + addizionale
regionale Irpef dovuta) 3.167.640.000 €.
2021- totale delle risorse necessarie (scenario massima autonomia più Lea)
————————————————————————————5.494.846.000 €
2021- differenza tra entrate e risorse necessarie per assicurare l’attuale disservizio
dei servizi -2.327.206.000 €.

2021-cifre del Welfare abruzzese :
– entrate contributive. 3.400.000.000,
– entrate Irpef 3.010.000.000,
– entrate Irap 260.000.000,
– totale entrate 6.670.000.000.

Guardate adesso le uscite:
– uscite previdenziali 5.010.000.000,
– spesa sanitaria 2.630.000.000,
– uscite assistenziali 960.000.000,
– totale delle uscite 8.600.000.000 .
Chi assicurerà in futuro la copertura di uno scarto tra entrate e uscite destinato
inevitabilmente a crescere? La prova?
Il tasso di copertura è sceso nel 2021 al 77,81%, nel 2014 era dell’82,03%.
Contemporaneamente c’erano 1.943.000.000 di imposte evase nell’anno 2020 in
Abruzzo, con un importo evaso per 100 € di gettito incassato =15,4 euro (Itinerari
previdenziali, 7/2023).
Possiamo immaginare che la possibilità di recupero di questa non indifferente
somma sia legata a quella riforma fiscale applaudita, assieme a quella
dell’autonomia, dai politici abruzzesi a Pescara?
“Cambiamo l’Italia” cancellando l’Abruzzo?
Considerate poi che il Pil pro capite dell’Abruzzo, a parità di potere d’acquisto in
percentuale al Pil pro capite medio UE-27, con un tasso di occupazione media
2014-2020 (56,4%) arriverà, nella migliore delle ipotesi, ben al di sotto del 75%,
cioè alla condizione dell’Abruzzo prima dell’ingresso nell’Obiettivo1.
Aggiungete a questo il fatto che, secondo le proiezioni Istat avremo un crescente
livello di denatalità, un incremento esponenziale della popolazione vulnerabile e
fragile e, alla fine, immaginate la scenario economico-finanziario, anche
nell’immediato.
Sono queste le cifre che hanno spinto il partito di maggioranza in Abruzzo a
celebrare l’onorevole Donzelli con il suo panegirico sull’autonomia?
Il Ministro Calderoli, 10 agosto 2024, Sole 24ore dichiara di sapere dove prendere
anche le risorse per la perequazione.
Per questo, leggete cosa hanno scritto il Presidente Meloni e il ministro Calderoli
nella loro legge, art. 9 – Clausole finanziarie- ultimo periodo del comma 3:
” E’ comunque garantita la perequazione per i territori con minore capacità fiscale
per abitante”.
Essendo l’Abruzzo proprio un territorio con minore capacità fiscale per abitante, il
suo destino è, dunque, legato a quel “comunque”?
Ci sono, poi, le cosiddette 9 materie non LEP, quelle immediatamente trasferibili
alle Regioni -il Veneto le ha già richieste e il Ministro ha dato appuntamento a
settembre- ottobre- : commercio estero (Confindustria Abruzzo pensa che
Confindustria Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Piemonte… sarebbero
solidali, ad esempio, nei confronti con Stellantis sul futuro dell’automotive?),
rapporti con l’Unione Europea, Welfare aziendale, professioni.., il mirifico risultato
dell’elaborazione del Comitato guidato dal professor Cassese, risultato illustrato
nel documento finale, documento sconosciuto ( leggete i resoconti della sedute del
novembre 2023 della Commissione Affari costituzionali del Senato) anche a quelli
che avevano già votato l’emendamento che le ha svincolate dai LEP.
Qualcuno sa quanto inciderebbe il trasferimento di queste materie sul bilancio
dello Stato, già piuttosto precario?
Qualcuno ha pensato alla possibilità- leggi “inevitabilità” e vedi la
voce-“professioni”- che si creino opportunità diverse per i giovani, solo in ragione
del luogo di nascita?
Alla fine, chi spiegherà agli abruzzesi, di destra o di sinistra, a dipendenti,
pensionati, fragili, cioè a quelli che pagano l’addizionale Irpef regionale, non certo
ai fruitori di condoni o flat tax, che per sostenere una sanità già inefficiente allo
stato attuale dovranno tirar fuori minimo 500 € in più, mentre per gli altri servizi
l’esborso rischia di arrivare ben oltre i 1.500 € l’anno?
In attesa di smentita puntuale, magari in una seduta ad hoc di un Consiglio
regionale finora troppo distante dal problema, con i numeri per cortesia, alla
prossima…
(Se qualcuno è interessato alle tabelle esplicative, le trova su questo sito)

*Insegnante, viene eletto al Senato della Repubblica nel 1994 nelle file di Rifondazione Comunista e per la XII legislatura fa parte della Commissione Finanze e Tesoro e di quella Agricoltura. Successivamente è per due mandati consigliere regionale in Abruzzo sempre per il PRC.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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