di Angelo Orlando*
Mentre il Parlamento- ormai a monocameralismo alternato -partorisce con
velocità “sovranista” la legge di bilancio, naturalmente con problemi di copertura e
con la necessità, per poter spendere, di 103 decreti attuativi, mentre la politica
regionale si inerpica sulla difficile costruzione della sua “obbligata”manovra di
bilancio, tra schermaglie banalmente ripetitive e con l’incubo, allo stato, di un non
quantificabile debito sanitario, il dovere di chiarezza imporrebbe di sostituire il
generico “automotive” e l’onnicomprensivo “veicoli”, con il termine “furgone”,
autentico motore dell’export abruzzese e del suo prodotto interno lordo.
Questo è il quadro al terzo trimestre 2024, con il necessario confronto con il 2019,
anno che precede il COVID e la nascita di Stellantis.
Ora, considerando che nello stabilimento in Val di Sangro è prolungata la cassa
integrazione, da mesi ricorrente, fino al 2 febbraio, che la chiusura totale di fine
anno arriva al 7 gennaio e che, a causa della situazione di mercato ,c’è un ricorso
precauzionale agli ammortizzatori per 1.500 lavoratori dal 20 gennaio al 2 febbraio
2025, per il 2024 avremo queste come cifre del deficit dell’export e del suo
riflesso :
– 1.700.000.000 ?
– 2.000.000.000 ?
Pil regionale -5/6%?
Di fronte a questo quadro, peggiore di quello negativo del 2022, eufemisticamente
definibile come estremamente problematico, ecco un esempio di “ottimismo della
verbosità -vuota- senza il pessimismo della ragione- analitica-” della politica:
“(La produzione auto…) Risalirà nel 2026 del 50%, anche grazie agli investimenti
realizzati nel prossimo anno con nuove piattaforme produttive e nuovi modelli
anche ibridi, pari ad almeno 2 miliardi e senza il supporto di risorse pubbliche a cui
l’azienda ha rinunciato affinché siano destinati interamente alle Pmi del comparto
automotive. Investimenti che continueranno con pari entità anche negli anni
successivi. Noi mettiamo in campo sin da gennaio oltre 1 miliardo per gli
investimenti delle imprese della filiera”.(Dall’intervista al Ministro del Made in Italy ,
Urso- Il Messaggero, 30 dicembre 2024).
Riconoscete tracce dell’ex-Sevel in questo affresco onirico?
Come si può provare ad uscire dalle nebbie dei fumogeni delle “magnifiche sorti e
progressive” della politica nazionale e regionale?
Provate ad analizzare:
1) le dimissioni di Tavares- in 4 anni ha assicurato oltre 20 miliardi di dividendi agli
azionisti -come exit strategy di Stellantis per allentare la tensione con i governi
di Stati Uniti e Italia, in attesa di sviluppi delle regole europee,
2) gli scenari internazionali e le trasformazioni-rivoluzioni nel settore automotive,
3) i ritardi nella normativa per la protezione dell’indotto,
4) la differenza di valutazione in Francia e Italia sul nuovo corso di Stellantis: “Le
parti sociali francesi temono un futuro più incerto per i siti francesi. Mentre in
Italia negli Stati Uniti i loro omologhi applaudono… La maggior parte delle parti
sociali francesi denuncia senza batter ciglio la gestione autoritaria di Carlos
Tavares… Ma tutti riconoscono che “ha sempre cercato di mantenere
l’occupazione in Francia”. Le stesse persone raccontano questo recente
scambio con l’ex direttore generale: “Per la fabbrica di Poissy, minacciata di
chiusura, abbiamo sentito che stava cercando una soluzione” ( Le Parisien, 2
dicembre 2024).
5) la peculiarità della galassia “ furgone”, la complessità- sconosciuta alla
poiltica- della sua dimensione sovraregionale e interna e il non-rapporto con la
Zes Unica Sud,
6) i rischi del conflitto d’interesse tra Francia e Italia sui marchi Stellantis,
7) il ruolo storico del rapporto Toyota-Psa-Peugeot-Citroen e lo stabilimento di
Gliwice, in Polonia, con una Zona Economica Speciale dedicata,
8) l’assenza di una gestione unitaria nazionale del triangolo azienda-siindacato-
Governo con la inquietante prospettiva dei rapporti di forza localisticil’autonomia
differenziata non insegna nulla?-,
9) il vuoto-strumentale?- della politica regionale, con maggioranza illusionista e
opposizione sconcertante,
10) la centralità del sito di Atessa, sbandierata da tutti, azienda e politici, è la
centralità di un sito di produzione o di assemblaggio?
I decisori politici hanno risposte?
Alla prossima!
*Insegnante, viene eletto al Senato della Repubblica nel 1994 nelle file di Rifondazione Comunista e per la XII legislatura fa parte della Commissione Finanze e Tesoro e di quella Agricoltura. Successivamente è per due mandati consigliere regionale in Abruzzo sempre per il PRC.