Gulliver nel paese di Lilliput (ovvero quando la montagna-politica- partorisce un topolino che, però, fa rumore)

di Angelo Orlando *

Certo, Carlos Tavares, il vertice “unico” di Stellantis, prima si sarà certamente stupito, leggendo su tutti i grandi giornali, confindustriali e non, l’allarme, enfatizzato da analisti, opinionisti, sindacalisti e, alla fine, anche da qualche politico, lanciato dal Copasir, il “Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica “, sui rischi del settore automobilistico, allarme incentrato proprio sulla sua creatura e su non meglio identificate manovre. Preoccupato dal rischio di essere descritto come attentatore alla sicurezza della Repubblica italiana, è andato subito a leggere la “ Relazione sull’attività svolta dal 1 gennaio 2021 al 9 febbraio 2022”, del Copasir, dove, a pagina 71, “ 10.7 Il settore automobilistico da salvaguardare “, è scritto: “ (…) Tale settore è , peraltro, già stato interessato dalla vicenda della costituzione del nuovo gruppo europeo Stellantis, nato dalla fusione del gruppo francese Psa e del gruppo italiano Fiat. In esito a tale operazione, si registra uno spostamento del baricentro di controllo del neo costituito gruppo sul versante francese, con ricadute già evidenti nel settore dell’indotto connesso con le linee di produzione degli stabilimenti italiani.

Peraltro, va osservato che la quota detenuta dall’azionista pubblico francese è cresciuta dopo l’operazione di fusione determinando una distribuzione della proprietà diversa da quella precedentemente annunciata (a dire il vero è cresciuta anche la quota del privato d’oltralpe). Al fine di preservare gli interessi nazionali dell’industria automobilistica, le cui ramificazioni risultano estremamente significative nel panorama economico nazionale, potrebbe essere valutato un interessamento di Cassa depositi e prestiti, il cui eventuale ingresso nel gruppo industriale potrebbe favorire un ribilanciamento di pesi tra la componente francese e quella italiana così proteggendo le tecnologie e l’occupazione. Un altro caso significativo in questo settore è rappresentato da quello della trattativa per la cessione del controllo di Iveco alla società cinese Faw Jiefang, interrotta dopo che si era percepita la possibilità di un esercizio del golden power da parte del Governo. Resta comunque alta l’attenzione verso il destino del gruppo Iveco sia per quanto riguarda la fornitura di prodotti per l’industria della difesa sia per le ricadute sull’intera filiera industriale”.

A quel punto, sicuro che la politica italiana non abbia una strategia da contrapporre alle sue, ha abbozzato un sorriso, ipotizzando di apparire così agli occhi dei nostri eroi :

Così, un antico re Carlo sanava le scrofole, il nuove re Carlos sana i debiti delle aziende, Carlo imperatore aveva tanti possedimenti sui quali non tramontava mai il sole, il nuovo Carlos imperatore gestisce tante aziende su cui non cala mai il sole, ma, come il vecchio nel 1527 saccheggiava Roma con i suoi lanzichenecchi, il nuovo, oggi, potrebbe devastare un’Italia senza politica industriale con i suoi francesi, polacchi e, perché no?, cinesi. Peccato che dopo aver sorriso della norma anti delocalizzazione inserita dal Governo dei “migliori” nella legge di bilancio 2022, debba sorridere ancora. Peccato, oltretutto, che, ad esempio, Dongfeng sia sceso dal 5,6% del pacchetto azionario Stellantis al 3,2% senza che nessuno si sia preoccupato di scoprire chi abbia effettivamente acquisito quelle azioni. Peccato, ancora, che il Copasir, che oggettivamente ha ragione nel segnalare la crescita dell’influenza delle componenti francesi, lo Stato ( fino al 6,5-7% ? (, ma anche la famiglia Peugeot ( fino all’8,5% ? ), non abbia indagato anche su quello che Bloomberg quotidianamente scrive sulle intenzioni di Stellantis, ad esempio, in Cina. Ora, in Abruzzo, l’allarme del Copasir arriva dopo che qualcuno, la Fiom regionale, aveva timidamente proposto di inserire nella legge di bilancio, più che una norma, peraltro inefficace, anti delocalizzazione, una norma che introducesse una clausola di stabilità sociale da affidare direttamente alla Presidenza del Consiglio, addirittura ipotizzando che il Governo italiano chiedesse ad Exor, detentrice del 14,4% del pacchetto azionario della multinazionale e cresciuta anche alla plurimiliardaria generosità dei governi, pagando oltretutto anche 2 miliardi di euro, il 4,4% della quota azionaria e un posto nel CdA, così da conoscere i programmi e ottenere quel ribilanciamento, tardivamente invocato dal Copasir! Questo perché anche quelli che scrivono al Presidente del Consiglio, al ministro Giorgetti, al ministro Franco, al ministro Orlando, si preoccupano sì nel settore automobilistico, ma omettono di dire che il pericolo maggiore di quella che in Italia si chiama transizione ecologica, mentre in Francia è , anche e soprattutto, solidale, incombe sulla Sevel abruzzese. Questa colpevole sottovalutazione del rischio che corre Sevel lo si evince anche dal fatto che Federmeccanica, che dice che le esportazioni metalmeccaniche nazionali valgono 31 miliardi di euro, dimentica di aggiungere che il 15% di queste esportazioni, oltre, 4,5 miliardi di euro, nasce dallo stabilimento di Atessa. Ora, quando Tavares annuncerà, il 1 marzo, la strategia di penetrazione in Cina si verificherà, probabilmente, uno scenario assolutamente nuovo. In quest’ottica, da un lato continueranno gli accordi di intesa cordiale tra le grandi famiglie Agnelli-Elkann e Peugeot, dall’altro Tavares, e con lui lo Stato francese, dialogherà non con Dongfeng e GAC, ma con lo Stato cinese. In assenza di una vera politica industriale dello Stato italiano, in questo scenario, assolutamente nuovo e con ramificazioni anche in Turchia, la Polonia e Gliwice non rischiano di essere quel ponte tra la Francia e la Cina che non solo esclude l’Italia, ma segna la destrutturazione sistematica di Sevel? Nel resto del mondo ci sono tavoli nei ristoranti che hanno cucina di grandi chef e fanno anche che Catering, in Italia, al centro e in periferia, solo “ tavoli “ parlanti senza neppure Street food ! Vuoi vedere, però, che sul volto di Carlos Tavares è apparso un ghigno di soddisfazione quando ha letto nella legge di bilancio 2022 la nuova norma sul “contratto di espansione”? Del resto, come riporta il Sole 24 ore, ha già fatto le prove generali nelle fabbriche di Stellantis tra Torino e Grugliasco, con accordi sindacali per anticipare la pensione oppure con contratti di espansione, con una nuova assunzione ogni tre uscite così da arrivare all’ottocento uscite incentivate :”Il gruppo italo francese dunque fa un altro passo in direzione di quella razionalizzazione dei costi voluta ed annunciata dal CEO Carlos Tavares qualche mese fa, a pochi giorni dalla fusione tra FCA e PSA . Per 260 addetti, un centinaio a Grugliasco e 160 alla carrozzeria di Mirafiori, l’accordo sindacale è già chiuso. Per altri 550 la discussione è ancora in corso, ma la strada è tracciata”. E se anche a Mirafiori temono un forte ridimensionamento dei lavoratori del numero di lavoratori, avvisaglie di questo nuovo metodo di razionalizzazione-ottimizzazione-taglio si avvertono anche in Abruzzo. Infatti nella nostra regione già Pilkington ha sperimentato queste modalità di riduzione della componente operaia con contratti di espansione e ammortizzatori sociali a rotazione per circa 400 dipendenti su 1700 lavoratori. Ai 180 contratti di espansione della Pilkington vanno aggiunti gli 80 della Denso con l’assunzione di 27 figure professionali a tempo indeterminato. Il tutto, secondo l’assessore regionale Quaresimale “nell’ottica di dare continuità ai processi di reindustrializzazione e riorganizzazione intrapresi dalla Denso, finalizzati ad una maggiore efficienza del sito di San Salvo in previsione della cosiddetta elettrificazione del settore automotive, con il progressivo abbandono dei motori a combustione “. Provate, quindi, ad immaginare cosa potrà fare Carlos Tavares nel momento in cui, nel 2023 scadrà il vecchio contratto firmato da FCA e PSA, quando lo spettro di Gliwice sarà molto più di una minaccia e molti lavoratori potrebbero essere graziosamente invitati a “scivolare in pensione”! Tutto questo naturalmente dopo tutta una serie di “misure” che hanno già penalizzato fortemente il ruolo di Sevel e di tutta la Val di Sangro. In questo contesto qualcuno, però, festeggia la creazione di una linea ferroviaria che da contrada Saletti, attraverso l’interporto di Manoppello, fino a Gliwice stabilirà il contatto tra una fabbrica in via di ridimensionamento ed una in via di espansione, mentre un rischio reale incombe anche sul mondo della subfornitura, che dovrà fare i conti con quel colosso di Network Subfornitura creato dalle Camere di Commercio di Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli VG, Toscana, Emilia Romagna e Umbria, struttura operativa che , ad esempio, ha consentito al solo Veneto, nel 2021, esportazioni per oltre 2 miliardi di euro verso la Polonia! Questo locomotiva transeuropea, neppure lontana parente della festosa Transiberiana, trasporterà anche lavoratori? Del resto Stellantis ha già sperimentato l’emigrazione di massa e, dopo migrazioni massicce all’interno dei patri confini, da una fabbrica all’altra, nel novembre del 2021 oltre 200 lavoratori “nella regione di Napoli” (per la stampa francese!) hanno raggiunto lo stabilimento di Vesoul, provocando “la collera” dei francesi. Accadrà lo stesso quando, probabilmente, lavoratori abruzzesi dovranno raggiungere la Polonia? Dopo la lamentazione-allarme del Copasir la politica italica riuscirà a produrre qualcosa di diverso da provvedimenti di facciata che non limitano crisi e costi sociali, anzi li accentuano? La politica e le rappresentanze abruzzesi torneranno sulla terra dopo il volo a Dubai per la “vetrina”?

*Senatore XII Legislatura

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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