Menenio Agrippa, i giovani, la scuola e il lavoro.1923-2023

di Angelo Orlando*

Prendete il bollettino “ Excelsior informa-I programmi occupazionali delle imprese rilevate dal sistema delle Camere di Commercio” del settembre 2023.
Leggerete che nel settembre 2023 sono previsti 531 mila 250 ingressi nel mondo del lavoro, nel trimestre settembre-novembre 1.432.260, che le imprese che assumono solo il 15% del totale, che la difficoltà di reperimento degli addetti è pari al 48%.
Leggerete anche che la percentuale dei giovani richiesti dalle imprese nel mese di settembre è pari al 30% del totale e che la difficoltà di reperimento media per i giovani si attesta sul 51%.
Vedrete anche che per l’Abruzzo sono previste 10.100 entrate a settembre, con una difficoltà di reperimento del 52%.
Se poi andate a verificare le tipologie contrattuali per settori di attività, scoprirete, sul report dell’Anpal, che il contratto dominante è quello a tempo determinato-66%, seguito dal contratto a tempo indeterminato-25%, dall’apprendistato-6%, da altri contratti 3%.
Preso atto del fatto che la stabilità del lavoro sembrerebbe abbastanza aleatoria, preso atto anche del fatto che, per il mondo delle imprese la responsabilità del difficile reperimento dipende per buona parte dalla preparazione inadeguata di giovani e meno giovani, considerato che questo fenomeno, anche se oggi più evidente in un contesto globale, nel corso della storia italica si è spesso manifestato, proviamo a scoprire quali soluzioni il mondo imprenditoriale abbia graziosamente “suggerito” alla politica nel corso del tempo.
A qualcuno potrebbe sembrare strano, ma, in realtà, l’ideale di un certo Crony- Capitalism -capitalismo clientelare in versione nostrana- sembra ancora essere quello descritto dal nobile Menenio Agrippa nel 494 a.C., per porre fine alla lotta tra patrizi e plebei.
Il saggio romano raccontò quel famoso apologo nel quale le braccia-il popolo- stanche dell’ozio dello stomaco – i patrizi-, smisero di “ lavorare” fino a quando

138.000
“ 131.000
“ 129.000


44.000 37.000 38.000

furono convinte con l’apologo, che lo stomaco non era affatto pigro, perché si “degnava” di nutrire tutto il resto del corpo, “ elargendo” parte di quanto gli era stato generosamente offerto!
Quasi sessant’anni dopo, Platone, con la tripartizione dell’anima in razionale, irascibile e concupiscibile, raffinò la prospettiva, dando lo spunto ad Adalberone di Laon, nel medioevo, di descrivere la società come composta da “Oratores”-chierici e nobili-, Bellatorres -guerrieri-, e alla fine “ Laboratores-Aratores, i lavoratori della terra(Questo qualcuno, però, dimentica che con Menenio Agrippa, per bilanciare i poteri tra i due mondi, nascevano i tribuni della plebe accanto ai consoli). Saltando qualche secolo e qualche altra esperienza, il concetto di società e di Stato come organismo riappare in Italia nel 1923 con il Regio Decreto n. 1054,
“ Ordinamento dell’istruzione media e dei Convitti Nazionali”.
La Riforma della Scuola, pensiero e parole di Giovanni Gentile, è perfettamente corrispondente all’idea di un sistema gerarchico retto dalla legge della “disuguaglianza organico-funzionale”” in ossequio al dettato espresso la Othmar Spann e Walter Heinrich nel loro “ Lo Stato organico”.
In base a questo criterio di organicità funzionale, poi mirabilmente espresso nel corporativismo da Ugo Spirito e dintorni, nasce il sistema duale, identificato nella creazione del doppio binario, il mondo classico per la formazione dell’intellettuale della classe dirigente, l’avviamento professionale per i “ laboratores-aratores”.
Ora, dopo che negli ultimi tre anni la grande stampa ci ha offerto dotte disquisizioni sul malessere della scuola e sull’incapacità della classe politica di cogliere il cambiamento, con aspre battaglie tra intellettuali-opinionisti che discettavano sul danno prodotto dai cosiddetti “intellettuali puri” sul mercato del lavoro, nel paese ciclicamente innamorato della figura del tecnocrate in grado di diradare le nebbie, nel 2023, sull’organo di cui Confindustria è il più accreditato e robusto azionista, “IlSole24ore”, prima è stata rievocata la figura di Giovanni Gentile, il deus ex machina di quella che Benito Mussolini definì “ la più fascista delle riforme”, successivamente si è incentrata l’attenzione sul problema del mercato del lavoro.
Il 27 agosto 2023 sul mai abbastanza citato quotidiano è apparso, in assonanza con il libro biblico dell’Esodo nella Bibbia e le 10 piaghe d’Egitto, l’articolo: “ Le 10 zavorre che frenano giovani”.
Ecco le zavorre: 1) Uno studente su due senza competenze di base, 2) Chi nasce al Sud perde un anno di scuola, 3) Abbandoni scolastici tra i più alti d’Europa, 4) Un quinto dei ragazzi non studia e non lavora, 5) Disoccupati, peggio solo Grecia e Spagna, 6) Mismacht, Il divario fra domanda e offerta di posti al 50%, 7) Crolla la popolazione in età di lavoro,8) Cervelli in fuga, 9) Dopo cinque anni il 20% è ancora precario, 10) In pensione a 74 anni con poco più di 1000 €.
Questa drammatica analisi del presente, realistica sì, ma quantomeno unilaterale in assenza di ricostruzione della genesi del fenomeno, propone questo sbocco:
”Non possiamo perdere altro tempo, serve una formazione più aderente al mondo del lavoro- ha chiosato Gianni Brugnoli, vicepresidente di Confindustria per il Capitale umano-. I nostri talenti infatti sono un bene prezioso, e purtroppo sempre più raro, dobbiamo saperli trattenere in Italia e offrire loro le giuste opportunità. In quest’ottica l’investimento in competenze, in primis quelle tecnico-scientifiche, è strategico: più si è formati e più lo si è in linea con le richieste delle aziende, più si avrà maggior qualità in termini di lavoro e salario”.

Ancora, in premessa si legge: “Gli indirizzi “. Si preferiscono gli studi “classici”, eppure il lavoro arriva prima nelle materie scientifiche tecnologiche”, cancellando, di fatto, il “ Teeteto” di Platone, la logica di Aristotele, la logica proposizionale degli stoici, i “ Sillogismi ipotetici” di Boezio, gli Scritti di logica di Leibniz, il Romanzo Sperimentale di Zola, lo Zibaldone di Leopardi, i “Principi della matematica” di Russell, le opere del Circolo di Vienna, Carnap, Popper… e privilegiando le cosiddette discipline STEM – Science Technology Engineering Mathematical – che finalizzano la competenza esclusivamente alla “occupabilità”, come dettato da Scuola Futura 4.0 e PNRR, trasformando il docente in “operatore” o “facilitatore”! Leggiamo, ora, questo presente.
Il 27 luglio 2022 è entrata ufficialmente in vigore la riforma degli Istituti Tecnici Superiori -ITS— che ha come priorità strategica la formazione professionalizzante di tecnici superiori, punta ad allargare il numero delle are tecnologiche, stabilisce raccordi con le istituzioni universitarie, fissa un finanziamento stabile, assicura un credito d’imposta al 30% per le imprese che decidono di investire in questi istituti – in Lombardia ce ne sono già 24 e guardate cosa offre Assolombarda!- stabilisce reti di coordinamento di settore e territoriali, mette in primo piano la questione del “merito” da incentivare, crea il presupposto di una deriva privatistica.
Questo il primo tassello di un progetto da sviluppare ulteriormente perché scontiamo “Una visione stereotipata del lavoro da una parte e dall’altra la miopia della politica (ma non è quella legalmente sovvenzionata ed entusiasticamente sostenuta?) che non ha saputo valorizzare l’istruzione tecnica e professionale, relegandola con il passare del tempo ad un ruolo subalterno… Occorre corroborare l’osmosi scuola -Impresa-territorio fin dal primo anno e non solo nell’ambito di percorsi di alternanza scuola-lavoro… Per diventare attrattivi nei confronti di high skill workers bisogna impostare una collaborazione pubblico- privato con un buon orientamento che parta già dalle scuole medie e che si rivolga più direttamente agli insegnanti (si può sostenere l’afflusso verso gli istituti tecnici superiori… “(Giovanni Brugnoli, intervista su “Confindustria Como”).
Oggi,”Art. 2- Le amministrazioni centrali, regionali e locali, per quanto di propria competenza, nell’attuazione delle disposizioni della presente legge, orientano la propria azione ai principi del recupero delle tradizioni, della valorizzazione dei mestieri, del sostegno ai giovani che operano o intendano impegnarsi professionalmente negli studi, nei settori e nelle attività che determinano il successo del made in Italy nel mondo, nonché alla promozione del territorio e delle bellezze naturali e artistiche”, questo nel Disegno di legge concernente
“ Disposizioni organiche per la valorizzazione, promozione e tutela del made in Italy “ presentato alla Camera dei Deputati il 27 luglio 2023 e non ancora assegnato alle Commissioni competenti, un DDL che, stranamente, ma non troppo, non vede come primo firmatario il Ministro dell’Istruzione e del Merito, bensì quello dell’Impresa!
Ad adiuvandum,”Il cosiddetto made in Italy è dato dalla creatività e dalla naturalezza, specificatamente italiana, con cui si spazia dalle specialità agroalimentari, alla moda, all’arredamento, al disegno, e che spesso traggono origine ed ispirazione dai nostri antichi mestieri. Questo insieme di eccellenze italiane deve essere messo a sistema, governato e potenziato… Si sottolinea che il percorso liceale fornisce allo studente gli strumenti culturali e metodologici per una comprensione approfondita della realtà affinché egli si ponga con atteggiamento

razionale, creativo, progettuale e critico, di fronte alle situazioni, ai fenomeni e ai problemi, ed acquisisca conoscenze, abilità e competenze coerenti con le capacità, le scelte personali e adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore, all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro…” (Relazione al Disegno di legge “ Delega al Governo per l’istituzione del liceo del made in Italy”, comunicato alla Presidenza del Senato il 25 gennaio 2023 -, proposta di iniziativa di senatori di Fratelli d’Italia tra cui gli abruzzesi Sigismondi e Liris.
Qualcuno avrà certamente spiegato ai solerti Senatori che lo strumento della delega non era praticabile in quanto non compatibile con il concetto di tempo del celere Presidente del Consiglio, ma lo stesso qualcuno avrebbe dovuto chiarir loro l’incompatibilità con i contenuti dell’autonomia differenziata, discussa, oltretutto, sotto lo stesso tetto! Alla fine a bloccarli è intervenuto un Ministro dello stesso partito!
Sepolto, ormai, il mondo “morattiano” delle tre “i”, impresa, Internet, inglese, accanto a quello delle riforme del 1962 e 1969, scuola media unica e libero accesso all’Università, mettiamo il presente a confronto con il passato: “Programmi delle scuole secondarie di avviamento al lavoro. Gli insegnamenti impartiti nelle scuole secondarie di avviamento al lavoro debbono favorire lo spontaneo e progressivo sviluppo delle naturali facoltà degli allievi, con particolare riguardo a quelle che consentano agli allievi stessi di apprezzare con sufficiente approssimazione, il mondo in cui vivono nonché di orientare le loro attitudini verso un’attività pratica con il massimo rendimento possibile… La scuola secondaria di avviamento al lavoro afferma, in sostanza, il principio moderno della fusione armonica dello studio con la pratica esecuzione: e ciò non solo perché l’una e l’altra concorrono con efficace coordinamento di mezzi alla formazione del carattere degli allievi e al conferimento di un’abilità tecnica di per sé utile in ogni sfera dell’umana attività, ma anche perché una simile scuola, qual è didatticamente ordinata, risponde ad una delle più imperiose esigenze della nazione italiana composta per tre quarti di gente dedita alla vita dei campi, delle officine e del commercio” ( Premessa ai programmi, L. 7 gennaio 1929, n. 8- Coordinamento di istituti e scuole, già alla dipendenza del Ministero dell’Economia nazionale, con istituti e scuole dipendenti dal Ministero della Pubblica Istruzione- posi).
Così, dopo la definizione della Riforma Gentile a proposito di scuola complementare e di scuola tecnica arriviamo alla L. 889/1931-Riordinamento dell’istruzione media tecnica : “ Art.1 L’istruzione media tecnica ha per fine di fornire ai giovani la preparazione necessaria alle professioni pratiche che attengono alla vita economica della nazione e viene impartita: 1° nelle scuole secondarie e nei corsi annuali e biennali, di avviamento al lavoro, regolati dal Regio Decreto…, 2° nelle scuole tecniche… Art. 27 ( ricordate il credito d’imposta del 30% concesso alle imprese che partecipano agli istituti tecnici superiori?) Le casse di risparmio ed i Monti di pietà che ricevono depositi infruttiferi, possono deliberare, nei limiti degli utili netti determinati per ogni esercizio e non devoluto ai fondi patrimoniali, contributi continuativi per il mantenimento delle Regie scuole e dei regi istituti di istruzione tecnica…”.
A distanza di un secolo è cambiato il destino dei giovani?
Chiariamo ora chi “indirizza” le azioni del Governo :il 3 agosto su Ilsole24ore si legge:” Confindustria e Il Sole 24 ore lavoreranno insieme allo sviluppo della prima

certificazione volta a riconoscere, attribuire valore e dare visibilità alle imprese del settore manifatturiero che incarnano i valori dell’eccellenza italiana e rappresentano i tratti distintivi della tradizione industriale del nostro paese… Il made in Italy ha un ruolo di assoluto rilievo nell’economia globale e nazionale ed è un asset fondamentale per la crescita…”.
Di grazia, parafrasando Giovenale, ma chi certifica i certificatori?
Poi, sulla base di quali dati il settore manifatturiero italiano è “italiano” come proprietà?
A quando un catalogo aggiornato delle lobbies in Italia?
Un dubbio finale : vuoi vedere che l’avversione nei confronti del classico e del latino nasce dalla preoccupazione che qualcuno, traducendo “ nomina sunt omina”, possa pensare che il destino, la possibilità di accesso al mondo del lavoro, dipenda soprattutto dal “ cognome” inteso come “merito”?

*Insegnante, viene eletto al Senato della Repubblica nel 1994 nelle file di Rifondazione Comunista e per la XII legislatura fa parte della Commissione Finanze e Tesoro e di quella Agricoltura. Successivamente è per due mandati consigliere regionale in Abruzzo sempre per il PRC.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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