Nei prossimi interventi per il Sud, la nuova governance delle Zes (Zone Economiche Speciali)

di Nicola Primavera*

Un grande leader sindacale d’antan come Giorgio Benvenuto, recentemente, a proposito del dibattito attuale sull’utilizzo, nel nostro Paese, dei fondi Next Generazioni, ha osservato che c’è chi ragiona come se i 209 miliardi fossero già nella nostra disponibilità e chi pensa di essere già in campagna elettorale: per cui tutti i progetti vanno bene.

Proprio per evitare pressioni ed interferenze (solo la regione Abruzzo ha presentato oltre settanta progetti da finanziare !?) la stampa ha recentemente evidenziato, che “oggi non troverete qualcuno disposto a descrivere con precisione come sarà utilizzato un solo euro dei fondi Next Generation”EU” e “nessuno è autorizzato a stampare i documenti sui piani del Recovery Fund archiviati nei computer a Palazzo Chigi.”

Tutto ciò sapendo che ora abbiamo l’incognita della seconda ondata della pandemia, che, probabilmente, nel 2021, i fondi Next Generation Ue a nostra disposizione saranno circa 20 miliardi e che il negoziato con Bruxelles, sul loro utilizzo strategico è ancora in corso.

Questo è lo scenario in cui sta avvenendo il confronto tra il Ministero dell’Economia ed i vari dicasteri per scrivere la prossima legge di bilancio.

Soprattutto il meridione si attende da queste scelte l’avvio concreto di una politica di riequilibrio territoriale, rispetto al Nord. Come è noto lo scorso 14 febbraio il Ministro Provenzano ha presentato il Piano Sud con l’obiettivo di mobilitare 123 miliardi di euro fino al 2030 e ben 21 miliardi nel triennio 2020 – 2022 per le regioni meridionali, tra cui l’Abruzzo.

Una anticipazione del new deal della politica meridionalistica del governo l’abbiamo avuta nelle scorse settimane con la decontribuzione per le aziende del Sud (esonero del 30%dei contributi previdenziali ed assistenziali a carico dei datori di lavoro), avviata in fase sperimentale fino a dicembre, e che sarà prorogata anche per il 2021, per una spesa di 5,7 mld, con l’obiettivo di arrivare fino al 2023, con altri 7 mld.

Anche il credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali (il 45% per le piccole imprese, il 35%per le medie ed il 25% per le grandi) sarà confermato il prossimo anno; ed inoltre la ridefinizione del plafond del Fondo Sviluppo e Coesione che per il ciclo di programmazione 2021-2017 varrà 73,5 mld, cioè lo 0,6% del pil.

Nella prossima legge di bilancio ci sarà anche la proroga del credito di imposta per investimenti in ricerca al Sud (fino al 45% per le piccole imprese, rispetto al 12%a livello nazionale) ed infine un pre-stanziamento per progetti di poli di innovazione pubblico-privato.

Finalmente, dopo un lungo stallo, si dovrebbe arrivare ad una norma sulla governance delle Zes, a cui, come Abruzzo siamo particolarmente interessati. La soluzione individuata dovrebbe consistere nella creazione di un ufficio centrale a cui faranno capo i vari commissari straordinari, da nominare.

A questo riguardo c’è da dire che lo scorso 6 ottobre è stato nominato il Commissario della Zes Calabria, in arrivo quello della Zes Ionica che fa perno su Taranto ed è necessario che prestissimo arrivi anche, quello della Zes Abruzzo, che non dimentichiamo, è stata istituita, con decreto ministeriale il 3 luglio u.s. ed attende di essere operativa, non solo per la fiscalità di vantaggio e per le procedure semplificate, ma come entità capace, ci auguriamo, di attrarre, sul nostro territorio regionale, nuovi investimenti industriali, anche mediante laboratori istituzionali di politica innovativa. Proprio per dare sostanza alla nuova politica di intervento del Governo per il Sud bisogna evitare che le Zes siano l’ennesima incompiuta del nostro Paese.

* Nicola Primavera, sindacalista

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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Un commento

  1. Francesco Colleluori

    Come sempre articolo scritto con competenza e professionalità comprensibile anche ai non addetti ai lavori.Sindacalista purtroppo in estinzione!!!

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