Per la storia della ceramica di Bussi sul Tirino, alcune notizie inedite su Baldassarre Galassi

di Alessandro Morelli*

Fig. 1- Cartolina panoramica della seconda metà del Novecento

Tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento diverse famiglie castellane si trasferirono a Bussi, incrementando la popolazione e contribuendo allo sviluppo della ceramica in tale località. Nella Descrizione topografica fisica economica politica de reali domini al di qua del Faro nel Regno delle Due Sicilie (1835) di Giuseppe Del Re (Turi, 2 gennaio 1806 – Torino, 11 novembre 1864), politico e letterato, si riporta che: “Si fanno buoni vasellami in Bussi, Anversa, Tagliacozzo, Città Reale, Capitignano e Sassa. Le terre che vi si adoprano sono argillose e per lo più venate e miste di particelle ferruginose. La migliore è quella di Bussi pe’ lavori fini, i quali si sono molto migliorati da qualche tempo in qua (…)”.

A Bussi, dove per la facilità delle vie di comunicazione ovvero alla confluenza delle due importanti vallate quella del Pescara, che collegava la costa alla valle Peligna, e quella del Tirino, che conduceva alla città dell’Aquila, vi si recò, nel 1713, da Castelli, il famoso Francesco Antonio Saverio Grue per cercare nuovi guadagni, “ma ebbe poco prospere sorti”, come riporta Alfredo Melani in «Decorazione e industrie artistiche» (1889) p. 158.

Francesco Antonio Saverio Grue, (Castelli, 7 marzo 1686 – Castelli, 24 agosto 1746), intellettuale, laureato in teologia e filosofia, pittore di grande personalità. Negli anni di permanenza ricoprì anche il ruolo di amministratore della cittadina e trovò a Bussi la bontà delle materie prime e la facilità nella preparazione degli smalti.

Tra i suoi lavori da faenzaro, ricordiamo il paliotto in mattonelle della chiesa di S. Angelo a Lucoli, firmato e datato Anno D. 1713 e conservato all’Aquila, presso il Museo Nazionale d’Abruzzo.

Secondo alcuni anziani di Popoli (PE), nel Palazzo Lepidi Chioti, distrutto nel 1944 dai Tedeschi in ritirata durante la Seconda Guerra Mondiale, era presente una bellissima opera del Grue dal titolo “Creazione del Mondo: Adamo ed Eva”, la notizia sarebbe confermata da Donato Franceschilli De Sanctis, del quale parleremo più avanti, con l’aggiunta che la ceramica sarebbe sparita per mano ignota già dal 1870.

Dopo una fase di decadenza, “l’arte del Grue”, e in generale la produzione ceramica, fu ripresa intorno al 1875 con l’arrivo in Abruzzo di Baldassarre Galassi. Il maiolicaro ottenne diversi riconoscimenti. Affascinato dai grandi personaggi della ceramica di Castelli e cercando di assecondare i gusti della nuova moda borghese post-unitaria, aderì allo Storicismo per cercare di risollevare la ceramica abruzzese e dare nuova spinta con un grande entusiasmo1, con un tocco personale, riproducendo le calde cromie della raffinata tavolozza castellana.

Nel 1877 si interessò all’apertura di una cava a Bussi (notizia inedita fino ad oggi) come riportato negli «Atti del Consiglio Provinciale Abruzzo ultra secondo sessioni del 1876, Aquila, Stab. Tipografico di R. Grossi, 1876, p. 119.

«Domanda del sig. Baldassarre Galassi per un sussidio per attivare una cava di pietra refrattaria

Il Consigliere Tedeschi riferisce che il sig. Baldassarre Galassi fa noto al Consiglio Provinciale di avere scoperta in questa Provincia una cava di pietra refrattaria, già analizzata dai Professori del Liceo di Aquila. Assicura che questa pietra non si trovò che in alcuni territori della Francia, e che anche mischiata all’argilla si presta a fare lavori che resistono alla più alta temperatura, e quindi domanda al Consiglio un sussidio per attivare questa cava.

Il Consiglio Provinciale

Udita la relazione del Consigliere Tedeschi.

Considerando di non essere al caso nello stato degli atti di accogliere la domanda Galassi per mancanza di elementi di fatto.

All’unanimità

(presenti e votanti 27)

«Non trova luogo a deliberare»

L’argilla refrattaria è un tipo di malta con l’aggiunta di materiale refrattario. Una roccia costituita da ferro, alluminio e magnesio può definirsi refrattaria. Il ceramista romagnolo avrebbe voluto migliorare la qualità dell’argilla per i suoi lavori.

Del ceramista Baldassare Galassi parlò Vincenzo Balzano nella bella monografia dal titolo: “L’Arte Abruzzese” (Bergamo, 1910); dal volume si possono ricavare interessanti notizie biografiche. È certa la permanenza del Galassi tra Bussi, L’Aquila e Francavilla al Mare.

Si segnala un articolo di Donato Franceschilli De Sanctis dal titolo: “Vecchie Arti d’Abruzzo Un Maestro del fuoco. Il Grue e le antiche maioliche di Bussi. Le collere devastatrici di un grande artista. Il mistero del colore”, «Il Messaggero dell’Abruzzo, a. XX, 8 febbraio 1942, p.4», nel quale sono riportate alcune notizie su Francesco Antonio Saverio Grue e Baldassarre Galassi con le varie vicissitudini della ceramica a Bussi; non da ultimo la modifica del corso del fiume di Tirino oltre ai nuovi lavori per i paesani agli inizi del Novecento.

Barone Luigi e De Sanctis Vincenzo figurano tra i fabbricanti di terrecotte di Bussi in un catalogo di artigiani e produttori di stoviglie per gli anni 1918-1919.

A Torre de’ Passeri era attivo Sante Galassi (n. 1851), di professione “industriante”; è inserito da Aurelio Minghetti nel volume Ceramisti (1939): «sec. XIX. Proprietario di una fabbrica di laterizi fondata nel 1880. Per la sua fabbricazione si serviva di una cava di buona creta scoperta nel XIX secolo, ma ritenuta antichissima».

Sante Galassi sposò Filomena Di Francescantonio; la coppia ebbe diversi figli2.

Una nota di toponomastica: nel 1896 la strada principale di Bussi prese il nome di Via del Progresso.

Diritti riservati.

*storico

Note

  1. Soprattutto nella fase iniziale dell’arrivo in Abruzzo.

  2. Il 9 marzo 1896 nacque un figlio dal nome Silvio Giuseppe Baldassarre, nella abitazione in Via del Corso a Torre de’ Passeri.

Fonti bibliografiche

Sono inserite nel testo per una migliore lettura.

Sitografia

http://www.ceramicheabruzzo.it/dettaglio_doc.php?q=dettaglio&id_documento=1450&scroll=0

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

Controllate anche

In ricordo delle vittime del sisma del 6 aprile: concerto dell’orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese a L’Aquila, Pescara e Sulmona

di Nelide Maiorani Un auditorio attento e delle grandi occasioni per l’orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *