Quale rotta terrà il governo verde-giallo?

Quale rotta terrà il governo verde-giallo?

Vorrei per prima cosa valutare le previsioni fatte nel mio articolo di sabato 25 maggio. Avevo preso in considerazione solo la Lega, il Movimento 5 stelle, Forza Italia, Fratelli d’Italia e il PD perché ritenevo che solo questi partiti sarebbero riusciti a superare la soglia del 4% e così è stato. Avevo anche previsto senza sbagliare il successi di Salvini e della Meloni, la sconfitta di Berlusconi e di Di Maio e una modesta ripresa del PD. Questa ripresa è solo percentuale e data dalla contrazione dei votanti rispetto alle politiche perché in termini assoluti il PD ha ottenuto lo stesso numero di voti del 4 marzo; i Grillini sono andati peggio di quanto mi aspettavo. La reazione di Salvini al successo elettorale, evidenziata nella dichiarazione rilasciata nella notte di domenica dal segretario della Lega è stata esattamente prevista nel mio articolo

Che futuro si prospetta?

Salvini come è logico, dal momento che in questa alleanza ci guadagna molto e l’alleato ci perde assai, non ha alcuna intenzione di far cadere il governo. E’ però determinato a modificare i rapporti di forza nel Consiglio dei Ministri e sul tavolo metterà il decreto Sicurezza bis, la flat tax, la realizzazione della Tav , la riforma della Giustizia secondo il suo modello e l’autonomia regionale. Non sarà disposto a tollerare ostacoli o rinvii. Se questi si dovessero presentare potrà interrompere il contratto accusando i 5 stelle di inadempienza. In questo caso, o a ottobre o in primavera ci sarà solo la possibilità di elezioni perché il PD in faticosa risalita non è disposto a fare la rete di salvataggio per il Movimento, e anche se una maggioranza parlamentare con Fratelli d’Italia, Forza Italia e un’ala scissionista dei 5 stelle fosse possibile, non commetterà lo stesso errore di Renzi che andò alla Presidenza del Governo senza passare prima per il vaglio elettorale. Avevo in precedenza accennato a due variabili; una di esse riguarda la possibilità che inchieste giudiziarie colpiscano esponenti di primo piano del Partito e perfino lo stesso Segretario. In questo caso l’unica difesa sarebbe l’attacco, ciò è una campagna elettorale sulla base della indipendenza della politica e della necessità di una immediata riforma della Magistratura dopo aver conseguito una schiacciante vittoria. Che questa ipotesi non sia campata in aria mi è confermato da una intervista rilasciata da un giornalista del Fatto Quotidiano che diceva all’incirca così: la sconfitta dei 5 stelle è dipesa dal fatto che non hanno saputo comunicare tutti i provvedimenti presi in questo anno di governo. La legge sulla corruzione, ad esempio, produrrà moltissime inchieste giudiziarie. Se questa non è una minaccia o almeno un avviso poco ci manca. L’elettorato non è però più quello del 1993 e a torto o a ragione non si fa impressionare dalle inchieste e la nuova tangentopoli con collusioni mafiose sbandierata in campagna elettorale non ha frenato il successo della Lega.

Le difficoltà di Di Maio

Luigino ha subito una sconfitta devastante in campo nazionale dopo sette dure sconfitte a livello regionale. Si trova quindi in grande difficoltà. La sua posizione di Capo Politico, in qualche modo di Duce (ricordiamo che durante l’impresa di Fiume d’Annunzio era nominato “il Comandante” e anche “il Duce”) deriva la sua posizione non dalla vittoria in un Congresso del Partito ma per designazione del Garante. Il primo problema da risolvere è quanto potere decisionale conserverà all’interno del Movimento se si formerà una segreteria o un direttorio, e in che modo saranno prese le decisioni future. Andare ad elezioni subito è una opzione da evitare perché trasferirebbe nel Parlamento la perdita di consensi avuta alle europee e i parlamentari più a rischio perché al secondo mandato o perché eletti in Collegi dove la conferma è difficile faranno una consistente opposizione. Di Maio nelle dichiarazioni di lunedì pomeriggio ha affermato che il governo andrà avanti e che non farà passare provvedimenti della Lega contrari ai principi del Movimento. Temo però che dovrà cedere su molte cose pur di non far saltare il Governo perché si trova nelle condizioni di un condannato a morte che non potendo ottenere la grazia cerca in ogni modo di allontanare il giorno dell’esecuzione. Una buona carta da giocare però gli è rimasta e riguarda la autonomia delle regioni del nord. Il Movimento conserva ancora la leadership del sud e deve quindi quasi trasformarsi in una lega sud se non vuole perdere i residui consensi. Questa posizione è forte perché in Parlamento troverebbe a sostegno anche i voti di PD, Forza Italia e Fratelli d’Italia.

La variabile europea

I sovranisti sono andati bene ma non tanto da modificare in modo rivoluzionario i rapporti di forza in Europa. Le tre importanti posizione in Europa dell’Italia, Draghi alla BCE, Tajani alla presidenza del Parlamento Europeo e Mogherini agli Esteri sono al capolinea e nessuno di queste posizioni è contendibile dall’Italia. Avremo un Commissario, ma di che peso? Quello che più importa è quale flessibilità sui conti riuscirà ad ottenere l’attuale governo? Gli avversari dei sovranisti vorranno picchiare duro o saranno più diplomatici per paura che un crollo economico dell’Italia coinvolga anche gli altri paesi? E Salvini andrà dritto seguendo le idee dei suoi consiglieri economici o si dimostrerà più malleabile come il famoso bullo romano che dice “me ne hanno date ma gliene ho dette!”? In definitiva molto dipenderà dal livello dello spread perché se il Matteo verde dice che lui lo spread se lo mangia a colazione, un crollo economico toglierebbe agli italiani non solo la colazione ma anche la cena.

di Achille Lucio Gaspari

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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