Se all’orizzonte ci sono catastrofi, si verificherà la peggiore!

di Angelo Orlando*

(La politica italiana e la legge di Murphy)

Alla legge di Murphy, bisogna però aggiungere un codicillo:

“se qualcuno rischia, evidentemente è il poveraccio”.

Ecco il tema da sviluppare:

“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello” (Dante, Purgatorio, canto VI, vv. 76-78).

Svolgimento.

Qualche giorno fa, Confindustria, il mondo di coloro che in Borsa dichiarano profitti e dividendi, mentre la gente comune erode, quando li ha, i risparmi, ha inviato ai propri associati, un invito a compilare un questionario per raccogliere informazioni indispensabili per predisporre un piano di intervento sul piano di approvvigionamento energetico, che tenga in debita considerazione le esigenze dei settori industriali.

Ha anche avvertito, inviando copia del regolamento che concerne “Misure coordinate di riduzione della domanda di gas” che “ Questo provvedimento stabilisce che ciascuno Stato membro debba ridurre-tra il 1 agosto 2022 e il 31 marzo 2023, la propria domanda di gas del 15% rispetto al consumo medio degli ultimi cinque anni, attraverso misure volontarie di riduzione. Tale riduzione, tuttavia, diventerebbe obbligatoria solo in caso di attivazione dello stato di allerta unionale (cosiddetto “Union alert”).

Ha aggiunto che “ Sono previste una serie di esenzioni e deroghe, al fine di considerare la peculiarità dei singoli paesi membri, che dovrebbero contenere il contributo per l’Italia intorno al 7%. Considerando che ogni paese dovrà predisporre un piano di intervento entro il mese di ottobre 2022, Confindustria ha ritenuto opportuno attivarsi preventivamente con la collaborazione di Snam Rete Gas ed Enea…”.

Prima notazione: entro il mese di ottobre 2022 l’Italia potrà avere un piano di intervento? Ammesso che l’abbia, chi lo ha redatto ?

Intanto la Germania invita le grandi imprese, anche multinazionali, a ridurre la produzione del prossimo inverno, concedendo anche ai lavoratori settimane supplementari di ferie, quella Germania che è la principale responsabile della carenza energetica dell’intera Europa.

Contemporaneamente la Francia rinazionalizza l’EDF, in modo che il Governo possa gestire direttamente la crisi energetica, e le associazioni di consumatori invitano a non cedere alle sirene del presunto mercato libero dell’energia.

In Italia, invece, si recita una sempre una squallida commedia dell’arte. La politica italiana sembra avere ben altri problemi.

Deve riuscire ad assemblare tavoli dadaisti di simboli e, successivamente, deve affrontare lo sforzo titanico di riempire le liste di acrobati e trasformisti di lungo corso aspiranti a seggi populisticamente ridotti.

Questa kermesse, che se non fosse tragica sarebbe comica, mentre la crisi mondiale viaggia a velocità supersonica, produrrà danni evidentemente illustrati da semplici date.

In sintesi, il futuro Governo, considerando che la data delle elezioni è fissata al 25 settembre, salterà questi impegni:

entro il 27 settembre non potrà redigere la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza-NADEF-;

entro la stessa data non avrà certamente redatto la legge di bilancio 2023, a meno che non provvedano i burocrati;

entro il 15 ottobre non avrà presentato il Documento programmatico di bilancio alla Commissione europea;

entro il 20 ottobre non avrà presentato il Disegno di Legge di bilancio in Parlamento;

entro il 30 novembre non avrà ricevuto il parere della Commissione Europea sul testo della manovra finanziaria.

Nessuna speranza allora?

Consideriamo che la struttura per la Legge di bilancio, suddivisa tra spese per missioni programmi e azioni, arriva ad una spesa dello Stato superiore a 1000 miliardi di euro includendo la voce “rimborsi passività finanziarie” e che solo dal Ministero di Economia e Finanza – MEF -passano solo più di 750 miliardi di euro.

Ora considerando I tempi, evidentemente, tutti questi documenti tecnici saranno vuote esercitazioni burocratiche senza alcuna scelta programmatica, in nome dell’indiscutibile principio di irresponsabilità!

L’unica cosa certa è che, per evitare lo spauracchio dell’esercizio provvisorio che determinerebbe un’impennata dello spread ( attenzione, a questo punto entrano in gioco le agenzie di rating. Moody’s ha già condannato il livello di affidabilità dello Stato italiano per le elezioni e per la crisi energetica. E’ anche bene avvertire gli abruzzesi e gli elettori meridionali che un’altra agenzia di rating, Ficht ha stabilito che con l’applicazione dell’autonomia differenziata, che pare piaccia a tutte le forze politiche, le regioni al Nord avranno un A+ che consentirà di rivendicare il principio che ogni regione goda dei cespiti che raccoglie. Qualcuno provi a spiegare agli abruzzesi come potrebbero recuperare i circa 2 miliardi di euro della compartecipazione all’Iva che finanziano la sanità!), sarà approvato entro il

31 dicembre un documento qualunque che entrerà in vigore il 1 gennaio successivo.

Che il nuovo Parlamento sia in grado di affrontare questa fatica erculea è dimostrato dal fatto che il 30 dicembre 2021, dopo che solo qualche giorno prima la legge era stata approvata in Senato, i deputati, dopo aver letto le oltre 5000 pagine di dossier dei servizi di Camera e Senato, hanno fulmineamente votato quel testo sconosciuto, perché le tradizioni, sotto qualunque bandiera, si rispettano sempre!

Chi preparerà, allora, il manuale di ipotetica sopravvivenza degli elettori italiani?

La politica, tutta, forse, proverà ad assumersi le proprie responsabilità solo nella seconda metà del 2023!

Non sarà troppo tardi?

*Insegnante, viene eletto al Senato della Repubblica nel 1994 nelle file di Rifondazione Comunista e per la XII legislatura fa parte della Commissione Finanze e Tesoro e di quella Agricoltura. Successivamente è per due mandati consigliere regionale in Abruzzo sempre per il PRC.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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