Un uomo di 43 anni e la sua compagna di 42, sono indagati per furto e impedimento illecito di comunicazione telefonica ai danni dell’azienda teatina. L’inchiesta, giunta alla conclusione, e’ stata condotta dagli agenti della Sezione Reati contro il Patrimonio della Squadra Mobile della Questura di Chieti, ed e’ coordinata dal procuratore della Repubblica Lucia Campo.
L’uomo, conoscendo il funzionamento del centralino telefonico in uso alla azienda nella quale aveva lavorato, una societa’ specializzata in installazione e manutenzione di sistemi di riscaldamento che ha sede nella zona industriale di Sambuceto, aveva trovato il modo di dirottare le telefonate dei clienti di quest’ultima sull’utenza della ditta che lui stesso nel frattempo ha avviato e che opera nello stesso settore.
In seguito ad alcune denunce presentate dal titolare della ditta di Sambuceto, che in un primo momento aveva supposto di aver subito una truffa da parte della compagnia telefonica, e’ emerso che questi in realta’ era vittima del reato di cognizione, interruzione o impedimento illeciti di comunicazioni o conversazioni telefoniche da parte del suo ex dipendente il quale, dopo essersi licenziato, aveva avviato una attivita’ imprenditoriale analoga, formalmente intestata alla compagna. L’indagine ha fatto emergere che l’ex dipendente, conoscendo il funzionamento e le caratteristiche tecniche del centralino telefonico in uso alla azienda presso la quale aveva lavorato, faceva in modo di dirottare le telefonate dei clienti sull’utenza in uso alla ditta che nel frattempo ha avviato: circa 800 le telefonate “deviate” abusivamente in pochi mesi. Gli ignari clienti, invece, ritenevano di interloquire e di avere rapporti con l’azienda del chietino. I due sono indagati anche quali autori, l’uomo proprio come esecutore materiale, del furto delle schede dei clienti e di alcuni documenti contabili sottratti alla societa’ in un periodo successivo alla cessazione del rapporto di lavoro