Al via le riprese de “Il Vate e lo sbirro” docufilm sul giallo della caduta dalla finestra di Gabriele d’Annunzio alla vigilia della Marcia su Roma.

La casa produttrice pescarese Best Service di Silvano Console ha ottenuto l’appoggio dalla Polizia di Stato e da numerosi altri enti patrocinanti (Regione Abruzzo – Presidenza del Consiglio e della Giunta, Vittoriale degli Italiani, Comune e Provincia di Pescara, Comune di Gardone Riviera, CNA, CCIAA, ecc.) per la produzione cinematografica “Il Vate e lo Sbirro”, docufilm tratto dall’omonimo libro di Ennio Di Francesco, tutto incentrato sull’episodio, rimasto avvolto nel mistero, del “Volo dell’Arcangelo” di Gabriele d’Annunzio.

Il film tratta dell’indagine segreta del commissario Giuseppe Dosi sulla misteriosa caduta ( appunto definita “il Volo dell’Arcangelo”) di d’Annunzio a Villa Cargnacco (oggi Vittoriale degli Italiani) il 13 agosto 1922, che precedette la presa del potere di Mussolini (Marcia su Roma del 27 ottobre 1922), per cui F. S. Nitti commentò: “Se D’Annunzio non fosse caduto dalla finestra e l’incontro programmato tra Lui, Mussolini e me fosse avvenuto, forse la storia d’Italia avrebbe seguito un altro cammino”.

Soggetto e sceneggiatura sono tratti dall’omonimo libro di Ennio Di Francesco, uscito nel marzo del 2017, per i tipi di Solfanelli, con una prefazione di Luciano Canfora e una introduzione di Franco Gabrielli.

Il protagonista, il commissario Giuseppe Dosi, si trovò ad avere tra le mani un’inchiesta delicatissima, soprattutto sul piano politico. D’Annunzio fu rinvenuto quasi morente in un vialetto della sua villa a Gardone, con trauma cranico con fuoriuscita di sangue e materia cerebrale dall’orecchio, non fu trasportato in ospedale (!), ma venne curato nella sua camera, da clinici amici, accorsi immediatamente. Un incidente fortuito, un malore o un attentato?

L’evento provocò grande impressione (e allarme politico) in Italia e non solo.

Nell’estate 1922 la marcia su Roma era nell’aria. Benito Mussolini capeggiava un piccolo e rumoroso partito, dotato di un’esigua rappresentanza parlamentare, ma che puntava all’ascesa al potere in tempi rapidi.

In questo quadro movimentato e problematico, vi era una grande incognita.

Cosa avrebbe fatto, quale spazio avrebbe occupato, che ruolo avrebbe voluto darsi Gabriele d’Annunzio, personalità di maggiore influenza politica e morale, appena reduce dall’impresa Fiumana?

Per Mussolini, d’Annunzio era un fastidioso concorrente.

L’inchiesta del commissario Dosi su quell’oscura vicenda si dovette muovere in questo scenario inquietante con una missione segreta.

In quel clima effervescente di scontro politico nel paese, si verificò la caduta. Per malore o per quale altra causa? Fu forse spinto, e da chi? La domanda echeggiava sempre più forte, in Italia ed all’estero, densa di dubbi e sospetti, soprattutto quando si venne a sapere che d’Annunzio avrebbe dovuto incontrarsi il 15 agosto (solo due giorni dopo!), segretamente, in una villa in Toscana con uno scalpitante Benito Mussolini, e con un insoddisfatto Francesco Saverio Nitti, rimasto fuori dalle nuove alchimie politiche che lo avevano escluso da incarichi governativi.

Il commissario Dosi inizia a settembre in maniera rocambolesca la sua indagine, facendo in modo di entrare in contatto col Vate. Ne conquista la confidenza, e redige un “rapporto segreto”.

Dalla copia “segreta” conservata nella Fondazione Mondadori di Milano, è stato tratto il libro “Il Vate e lo Sbirro” di Ennio Di Francesco, già funzionario di Polizia e ufficiale dei Carabinieri, che è alla base della sceneggiatura del docufilm.

Nella sua introduzione al libro Franco Gabrielli, già Capo della polizia – direttore generale della pubblica sicurezza, e dal 1º marzo 2021 Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, delinea la figura di Giuseppe Dosi.

«Dotato di una personalità poliedrica e geniale, Dosi è stato un integerrimo funzionario che ha attraversato un cinquantennio della nostra storia, dal 1912 al 1956, lasciando un segno indelebile nelle vicende della società dei suoi tempi. Per la sua capacità di investigare utilizzando travestimenti e false identità, tecnica da lui stesso definita “fregolismo detectivistico”, fu incaricato di seguire alcune delle più delicate indagini del suo tempo, tra le quali l’anomalo incidente di cui fu vittima Gabriele d’Annunzio nella sua villa di Cargnacco, oggi Vittoriale, nell’agosto del 1922.»

Parte quindi anche il casting del film.

Si cercano attori e attrici per diversi ruoli. Ma occorreranno anche comparse e generici. Gli interessati possono inviare il loro curriculum e due foto (primo piano e figura intera) all’indirizzo email della Best Service.”

Le riprese si svolgeranno dopo l’estate tra Pescara, Roma e il Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera.

Elementi indicativi sui personaggi possono essere reperiti nelle foto nell’inserto del libro “Il Vate e lo sbirro”, che può essere comunque visionabile gratuitamente anche sul sito www.enniodifrancesco.it

Per alcuni ruoli si richiede la disponibilità a spostarsi a Gardone Riviera e a Roma.

Il casting si svolgerà a Pescara e consisterà in un colloquio di ca. 30 minuti, con prove attitudinali-recitative del personaggio prescelto.

Per candidarsi occorre rispondere all’annuncio semplicemente inviando una mail al seguente indirizzo: best.service@email.it specificando CASTING IL VATE E LO SBIRRO, e indicando: nome, cognome, età, città di residenza, eventuale curriculum, e allegando le foto.

I selezionati verranno ricontattati sempre tramite mail in cui verranno indicati: luogo, data e orario del provino con risposta entro massimo 15 giorni dal provino.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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