Coltivazioni bio verso i 2 milioni di ettari

Le coltivazioni bio in Italia volano verso i 2 milioni di ettari con il record storico di sempre, con una crescita ininterrotta nei 30 anni dalla nascita della normativa europea in materia, per un settore in espansione da nord a sud della penisola. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Sinab in occasione del Sana Restart, il salone del biologico alla Fiera di Bologna fino a domenica 11 ottobre. Sul piano produttivo l’Italia – sottolinea la Coldiretti – è nel 2019 il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico dove sono saliti a a 80.643 gli operatori coinvolti (+2%), mentre anche le superfici coltivate a biologico sono arrivate a sfiorare i 2 milioni di ettari (+2%) con percentuali a due cifre per la Provincia di Trento (+31,3%) e il Veneto (+25,4%). Ma è il Mezzogiorno a guidare la classifica delle superfici con il record della Sicilia su oltre 370mila ettari, a seguire la Puglia con 266mila ettari e la Calabria che sfiora i 208mila ettari. Al centro le prime tre regioni per superfici a bio sono il Lazio con 144mila ettari, la Toscana con oltre 143mila e le Marche con più di 104mila. Mentre al nord la classifica è guidata dall’Emilia Romagna con 166mila ettari, dalla Lombardia con 56mila ettari e dal Piemonte con quasi 51mila.

L’incidenza della superficie biologica nel nostro Paese ha raggiunto nel 2019 il 15,8% della Superficie Agricola Utilizzata a livello nazionale, e questo posiziona l’Italia di gran lunga al di sopra della media Ue, che nel 2018 si attestava all’8%, e a quella dei principali Paesi produttori come Spagna (10,1%), Germania (9,07%) e Francia (8,06%). A livello regionale, in Calabria più 1 campo su 3 è bio (36,4%) mentre in Sicilia si sfiora il 26% del totale, ma percentuali a due cifre al Sud si registrano anche in Puglia (20,7%), Basilicata (21%), Campania (13,1%), Abruzzo (11,4%) e Sardegna (10,2%). Valori alti anche nelle regioni del centro Italia con il Lazio (23,2%), le Marche (22,2%), la Toscana (21,7%) e l’Umbria (13,9%). Al Nord la maggior incidenza del bio si rileva in Emilia Romagna con il 15,4% e in Liguria con il 11,2% mentre Friuli, Trentino Alto Adige e Piemonte sono ampiamente sopra il 5%, la Lombardia sfiora il 6% e Valle d’Aosta e Veneto sono al 6,2%. Da sottolineare però – continua la Coldiretti – l’aumento delle importazioni di prodotti biologici da Paesi extracomunitari con un incremento complessivo del 13,1% delle quantità totali nel 2019 rispetto all’anno precedente. I cereali, le colture industriali e la frutta fresca e secca sono le categorie di prodotto biologico più importate, con un’incidenza rispettivamente del 30,2%, 19,5% e 17%. I tassi di crescita delle importazioni bio più rilevanti si sono avuti per la categoria di colture industriali (+35,2%), di cereali (16,9%) e per la categoria che raggruppa caffè, cacao, zuccheri, tè e spezie (+22,8%)

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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