Per la prima volta in assoluto, nel 2021 in Italia sono nati meno di 400 mila bambini. Il nostro Paese è al di sotto del numero di figli per donna che garantirebbe l’equilibrio tra generazioni, cioè 2: oggi siamo a 1,24 (nel 1965 eravamo a 2,67). Intanto la popolazione diminuisce e invecchia a vista d’occhio: nel 2030 saremo 1,6 milioni di abitanti in meno; oggi i trentenni sono un terzo in meno dei cinquantenni; e a loro volta gli under 30 sono un terzo in meno dei trentenni. Questi sono solo alcuni dei dati resi noti nel corso del forum “La Natalità è Futuro”, organizzato da FortuneItalia con il contributo non condizionante di IBSA Farmaceutici, che ha messo a confronto professionalità diverse su un tema imprescindibile per la crescita anche economica del nostro Paese: la natalità. Il forum si è articolato in tre tavoli: il primo, dal titolo “Natalità e desiderio, le ragioni dell’inverno demografico”, con l’obiettivo di individuare che cosa ostacola il desiderio di genitorialità e di fissare le priorità di intervento; il secondo, dal titolo “Natalità tra crisi economica, pandemia e bisogni di certezze”, per ragionare su come la mancanza di stabilità e prospettive, acuita da pandemia e guerra, incida sulla voglia di diventare genitori; e il terzo, dal titolo “Natalità è futuro, un nuovo paradigma a partire dalle parole”, alla ricerca di un modo innovativo e laterale per inquadrare il problema della denatalità. Una tavola rotonda conclusiva ha permesso di mettere meglio a fuoco gli elementi emersi dal confronto.
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