E’ di 500 miliardi il valore dell’economia italiana della bellezza

Nel 2022, il valore dell’economia italiana della bellezza ha sfiorato i 500 miliardi di euro, in crescita del 16% rispetto al 2021 e dell’8% rispetto al 2019, superando i livelli pre-Covid. E’ quanto emerge dall’edizione 2023 di “Economia della Bellezza”, lo studio realizzato dall’Ufficio Studi di Banca Ifis nell’ambito di Kaleidos, con l’obiettivo di rappresentare l’eccellenza del Made in Italy. Secondo quanto elaborato nel Market Watch c’e’ sempre piu’ bellezza nel Pil italiano. A fine 2022, il contributo di questo particolare comparto economico al Prodotto Interno Lordo nazionale si attestava al 26,1%, confermando l’eccezionale capacita’ di traino del sistema produttivo nazionale. L’economia della bellezza ha contribuito in modo importante alla ripresa dell’economia italiana dopo il biennio pandemico: nel 2022, questa ha rappresentato il 56% dell’aumento del Pil nazionale rispetto all’anno precedente e addirittura il 33% dell’aumento rispetto al 2019, ultimo anno pre-Covid.
Lo studio del 2023 ha rappresentato l’occasione per approfondire quanto l’eccellenza della manifattura Made in Italy
affondi le sue radici nel lavoro dei Maestri d’Arte e come continui a trarre la sua unicità e la sua riconoscibilità dalle loro competenze.
A partire da un’indagine sul ruolo imprescindibile del “saper fare” nell’eccellenza produttiva italiana, lo studio fornisce una cornice valutativa dei trend in corso, costruita ascoltando in parallelo, come se si trattasse di un doppio coro, le voci delle imprese artigiane e quelle delle imprese manifatturiere che fanno parte del settore della Moda, del Sistema Casa e del comparto Orologeria e Gioielleria.
Il mestiere dell’artigiano risente di un sistema in rapida evoluzione dal punto di vista demografico, economico e sociale. Il calo delle imprese artigiane (-32% di operatori attivi negli ultimi ventidue anni, se si concentra l’attenzione su quelle del manifatturiero) evidenzia quanto sia complessa la ricerca di chiavi di lettura innovative che permettano di individuare gli strumenti per garantire un futuro a queste attività attraverso il coinvolgimento dei giovani.
Al contempo, però, le imprese della manifattura ci dicono che il “saper fare” artigiano contribuisce al 54% del fatturato della manifattura italiana arrivando a valere 81 miliardi di euro di ricavi annui. E, in quasi 9 casi su 10, queste stesse imprese ritengono che i Maestri d’Arte provvisti di queste competenze non possano essere sostituiti da macchinari.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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