Nel 2022 l’indice generale di fiducia ha fatto registrare un leggero calo rispetto allo scorso anno (-3 punti) toccando quota 50, ma l’Italia resta tra i ‘best performer’ in Europa preceduta di poco solo da Olanda (54 punti) e Francia (51 punti). E se il mondo delle imprese con 57 punti resta il baluardo della fiducia degli italiani – con le imprese familiari che svettano a quota 64 punti – tra i settori economici brillano quello della Tecnologia (72 punti) e quello alimentare (66 punti). Il mondo accademico (74 punti) e ‘il proprio datore di lavoro’ (72 punti), infine, restano i punti di riferimento tra i nostri concittadini. Sono questi alcuni dei dati emersi dall’Edelman Trust Barometer 2023, la più importante ricerca condotta a livello globale dalla società di consulenza Edelman su un campione di oltre 32.000 persone in 28 Paesi e che, da oltre 20 anni, studia l’andamento del rapporto di fiducia tra i cittadini e quattro tra le principali istituzioni che operano nella società: Governo, Business, Media e Organizzazioni Non Governative (ONG).
Dall’analisi dei dati del nostro Paese, dove emerge un gap tra la fiducia dei redditi più alti, a quota 59, e quelli più bassi a 46, l’indice generale registra un lieve calo di tre punti (da 53 a 50) che, se inquadrato in una prospettiva più ampia, rappresenta una crescita di ben 10 punti rispetto a 10 anni fa quando il dato era di appena 40 punti. Il business si attesta a quota 57 restando l’istituzione che gode della maggior fiducia e facendo segnare una crescita di ben 12 punti rispetto al 2013. E mentre le ‘organizzazioni non governative’ raggiungono un indice di 49 (vs. 54), ‘media’ e ‘governo’ toccano rispettivamente quota 47 (vs.50) e 46 (vs. 49) con quest’ultimo che registra la crescita più alta (+25 punti) rispetto al decennio scorso quando il livello di fiducia era solamente di 21 punti. Rispetto allo scorso anno si registra una discesa dell’ottimismo per le prospettive economiche da qui a 5 anni: passa infatti dal 27% al 18% la percentuale di chi pensa che tra 5 anni la situazione per sé e per la propria famiglia sarà migliore. Un dato in linea con il trend globale e che tocca tutti i Paesi sviluppati come Stati Uniti (36%), Regno Unito (23%), e che ci vede davanti a Germania (15%), Francia (12%) e Giappone (9%) che chiudono la classifica.
Tra le principali preoccupazioni personali degli italiani troviamo nel 95% dei casi il posto di lavoro seguito dall’inflazione (78%), tra quelle ‘esistenziali’ resta alta l’attenzione per il cambiamento climatico (82%) a cui se ne sono aggiunte due nuove: la guerra nucleare (79%) la carenza di energia (77%). A giocare un ruolo importante nel creare un clima di fiducia nell’opinione pubblica sono i media che, rispetto alla rilevazione effettuata nel 2013, fanno registrare un salto in avanti di 2 punti (da 45 a 47). In questo ambito cresce rispetto allo scorso anno l’indice dei ‘motori di ricerca’ che restano la fonte di notizie più credibile per gli italiani con 63 punti (vs. 62 del 2022). I ‘media tradizionali’ a 53 punti (vs. 52 del 2022), invece, restano in area neutrale mentre chiudono la classifica i ‘media di proprietà’ (37 punti) e i ‘social media’ (31 punti) che, rispetto al 2013, fanno un trend discendente di -14 punti di fiducia. Sebbene quella degli scienziati – con 77 punti – resta la categoria che guida la classifica della fiducia tra i leader, nel nostro Paese si registra una situazione in cui le persone ‘più vicine’ sono anche quelle più fidate: a partire dai colleghi di lavoro (67 punti), i vicini (55 punti), il proprio ceo (55 punti), le persone della propria comunità locale (52 punti) e i propri connazionali (52 punti), con questi ultimi in crescita di ben 6 punti. Nella parte bassa della classifica, invece, troviamo i leader politici (35 punti) e giornalisti e i ceo appaiati a 33 punti.