Export in crescita del 22,4 per cento rispetto all’anno scorso

Presentata la nuova edizione del Rapporto sul commercio estero “L’Italia nell’economia internazionale”. Secondo il rapporto la pandemia ha impresso un’ulteriore accelerazione ad alcuni trend che erano gia’ in atto: i processi di digitalizzazione, lo spostamento della domanda mondiale verso l’Asia, salute e sostenibilita’ al centro dei valori di consumo delle nuove generazioni. Ma ha anche messo le imprese di fronte a nuove sfide: le strozzature di alcune supply chain, la ridotta capacita’ della logistica internazionale e, soprattutto, l’inflazione e la conseguente stretta avviata sui mercati monetari e – soprattutto, oggi – le difficolta’ di approvvigionamento ed il prezzo del gas. Il conflitto seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sta esasperando le spinte inflattive e sta generando ulteriori tensioni nelle catene globali del valore, particolarmente per le produzioni energivore. Gli effetti sul commercio estero del nostro Paese riguardano prevalentemente le importazioni da Russia e Ucraina, Paesi fornitori di materie prime energetiche, materie prime e componenti specifici ad alcune filiere.

Nonostante la particolare congiuntura internazionale, le imprese esportatrici italiane hanno reagito prontamente durante e dopo la pandemia, facendo registrare per l’Italia tassi di crescita dell’export piu’ sostenuti di quelli di altre grandi economie comparabili. Se gia’ alla fine del 2021 l’export italiano aveva superato del 7,5% i livelli precedenti al Covid con una crescita del 18,2% sul 2020, nei primi sei mesi del 2022 si e’ registrata un’ulteriore crescita tendenziale del 22,4% sullo stesso periodo del 2021. Certo, occorre leggere i dati tenendo conto dell’inflazione che, dopo 36 anni, e’ tornata ad essere una variabile in grado di condizionare l’evoluzione dell’economia globale. Sotto questa luce, vediamo che la “componente prezzo” incide per circa 20 punti percentuali sul +22,4% delle nostre esportazioni nei primi sei mesi dell’anno. I prezzi delle materie energetiche contribuiscono al forte rialzo del valore delle importazioni e si riflettono sul deterioramento dell’avanzo commerciale. Comunque, anche in volume l’export italiano continua a crescere.

La crescita tendenziale nei primi 5 mesi di quest’anno riguarda quasi tutti i settori e, per molti, e’ largamente positiva anche sul 2019: i prodotti alimentari e bevande (+18,8% rispetto allo stesso periodo del 2021 e, addirittura, +31,2% sullo stesso periodo del 2019), i prodotti del settore dei metalli (+29,2% sullo stesso periodo del 2021 e +44,5% sullo stesso periodo del 2019), i prodotti chimici (+28,5% e +38,2% a pari periodo sul 2019) e degli apparecchi elettrici (+16,6% rispetto allo stesso periodo del 2021 e +24,9% sul 2019).

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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