La formazione e’ una delle piu’ importanti leve attivate dalle imprese estere per attrarre nuovi talenti. L’89 per cento delle imprese a capitale straniero, infatti, investe su questo aspetto in percentuale maggiore rispetto alle altre realta’ imprenditoriali presenti in Italia, affiancando alle attivita’ formative tradizionali anche il training on the job, la partecipazione a convegni, workshop e seminari e attivita’ di auto-apprendimento. E’ quanto emerso dall’evento “Nuove Generazioni, imprese globali e la sfida della competitivita’” promosso dall’Osservatorio imprese estere di Confindustria e Luiss e la Scuola Imt Alti Studi di Lucca, con il contributo di Fondirigenti. L’evento – riferisce una nota – e’ stato l’occasione per affrontare a tutto tondo il tema della formazione, centrale per la sfida della competitivita’ del sistema industriale: dalla formazione del capitale umano in Italia, alla collaborazione tra il mondo dell’universita’ e quello delle imprese estere e all’individuazione delle competenze necessarie a proiettare le aziende nel futuro. Come emerge dagli studi dell’Osservatorio imprese estere, quasi tutte le realta’ a capitale estero svolgono attivita’ di formazione (nove su dieci) a differenza delle altre imprese residenti (meno del 70 per cento). Inoltre, il tasso di partecipazione e’ molto elevato: 700 dipendenti su 1.000 sono interessati a queste attivita’ di formazione, mentre nelle altre imprese non superano i 500. Non solo, le attivita’ di formazione hanno un focus molto specifico sulle capacita’ gestionali e manageriali, due competenze fondamentali per lo sviluppo delle carriere e per la gestione degli scenari complessi in cui operano le multinazionali.
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