Investimenti, in calo di 50 miliardi i depositi degli italiani che scelgono i titoli pubblici

Nella relazione annuale di Bankitalia emerge che lo scorso anno i depositi hanno perso quasi 50 miliardi (49,8) attestandosi al 24,5% del totale delle attività e passività delle famiglie. In tutto 1.379,2 miliardi.
Dall’altra parte è cresciuta di molto la quota investita in titoli obbligazionari pubblici: sono 113,7 miliardi in più pari ad una quota del 4,8%, in forte accelerazione rispetto alla quota del 2,8% del 2022. A 269,5 miliardi. Scendono le quote di fondi comuni (-21,1 miliardi) e le azioni e partecipazioni (-38,3 miliardi). Gli investimenti in titoli pubblici italiani hanno riguardato soprattutto le obbligazioni con scadenze più brevi (zero coupon) e quelle caratterizzate da un profilo di remunerazione crescente nel tempo. Alla fine del 2023 queste due categorie rappresentavano rispettivamente l’11 e il 18% del totale dei titoli del debito pubblico italiano detenuti direttamente dalle famiglie. Oltre che con l’acquisto diretto, le famiglie investono in titoli pubblici indirettamente acquisendo prodotti del risparmio gestito (quote di fondi comuni, polizze assicurative e quote di fondi pensione). Complessivamente gli investimenti finanziari si sono ridotti a 45 miliardi (da 60 dell’anno precedente), il valore minimo dal 2017, risentendo del calo del risparmio. È proseguita la ricomposizione del portafoglio in favore di attività i cui rendimenti hanno maggiormente seguito il rialzo dei tassi di riferimento: i depositi a vista sono scesi per la prima volta dal 2012 e per un ammontare molto elevato, riflettendo l’incremento del costo opportunità di detenere attività liquide.

Sono invece cresciuti gli altri depositi (per 30 miliardi, il valore massimo dal 2013. Alla fine dello scorso anno l’incidenza complessiva dei depositi sul totale delle attività era pari al 24,5 per cento, da 26,9 nel 2022. Si sono inoltre ridotti gli investimenti in polizze assicurative e in quote di fondi comuni; alla fine del 2023 le attività del risparmio gestito rappresentavano il 29,0 per cento della ricchezza finanziaria lorda delle famiglie, 6,5 punti percentuali in meno della media dell’area. All’opposto, gli investimenti finanziari in titoli obbligazionari sono triplicati, portando il loro peso al 7,5 per cento; l’aumento è stato particolarmente forte per i titoli pubblici italiani, la cui incidenza è salita al 4,8 per cento, il valore massimo dal 2013, anche se ancora inferiore a quella prevalente prima della crisi dei debiti sovrani.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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