Le famiglie italiane risparmiano meno e ripartono i consumi

Nel secondo trimestre dell’anno le famiglie italiane risparmiano meno e ripartono i consumi. La pressione fiscale va giù. E migliora il rapporto deficit/Pil. E’ la fotografia dell’Istat.In tre mesi il reddito disponibile delle famiglie e il loro potere d’acquisto hanno segnato lievi aumenti, mentre la crescita sostenuta dei consumi finali ha sospinto al ribasso la propensione al risparmio, rimasta tuttavia a livelli superiori a quelli registrati prima della crisi.Il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. La dinamica dei prezzi (+0,4% rispetto al primo trimestre dell’anno il deflatore dei consumi finali delle famiglie) ha frenato l’incremento del potere d’acquisto, aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente.La propensione al risparmio delle famiglie è stimata al 12,9%, in flessione di 4,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. La spesa per consumi finali è aumentata in termini nominali del 5,4%.Dati che non soddisfano Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Dopo che nel 2020 il reddito disponibile delle famiglie è diminuito del 2,9% e il potere d’acquisto del 2,6%, avrebbero dovuto avere un rimbalzo decisamente più consistente. A differenza di altri indicatori che hanno già segnato un recupero sui valori pre-crisi, qui siamo ancora in alto mare, nel tunnel della crisi”. E aggiunge: “Va meglio, apparentemente, il dato tendenziale, con il reddito che sale del 6%, il potere d’acquisto del 5,2% e i consumi finali addirittura del 15,3%, ma sono rialzi del tutto insoddisfacenti, è solo un effetto ottico. Se, infatti, si confrontano i dati resi noti ora dall’Istat con quelli pre-crisi del secondo trimestre 2019, nei dati destagionalizzati il reddito è sotto dello 0,9%, il potere d’acquisto dell’1,6% e la spesa per consumi, quella che apparentemente è andata meglio, è ancora inferiore del 5,9%, meno 15 miliardi e 753 milioni”, conclude Dona.Sempre dall’Istat arrivano poi i dati sul Prodotto interno lordo nel secondo trimestre. Il rapporto deficit/Pil migliora a -7,6%, visto che nello stesso periodo dell’anno precedente risultava pari al -12,9%. Nel secondo trimestre del 2021 il Pil espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato del 2,7% rispetto al trimestre precedente e del 17,2% nei confronti del secondo trimestre del 2020. La stima della crescita congiunturale del Pil diffusa il 31 agosto 2021 era stata del 2,7% mentre quella tendenziale era stata del 17,3%.Buone notizie sul fronte della pressione fiscale, che scende. Nel secondo trimestre di quest’anno è stata pari al 41,9%, in riduzione di 0,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando era stata del 42,4%.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

Controllate anche

Dal Cipess quasi 10 miliardi per il Fondo sviluppo e coesione

“Piu’ di 9,73 miliardi di euro di risorse del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027 assegnati …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *