Le piccole e medie imprese chiudono il 2021 con una fiducia ritrovata

Le piccole e medie imprese chiudono il 2021 con una fiducia ritrovata e possono pensare positivamente al 2022 ma l’allarme materie prime e il caro energia rischiano di compromettere il futuro delle aziende. La crescita del Pil stimata al 6,3% per quest’anno (sopra il 5,2% della media Uem), fa guardare con ottimismo al futuro, sottolinea un report Legacoop e Prometeia. A preoccupare le Pmi pero’ resta il carobollette.

Dopo la caduta del Pil superiore alla media europea sofferta nel corso del 2020 l’economia italiana ha recuperato molto velocemente, e a fine 2021 e’ ben posizionata rispetto ai principali partner ma l’inverno si preannuncia ancora difficile sia dal punto di vista sanitario sia per le difficolta’ di approvvigionamento di beni intermedi e per i rincari dei prezzi di energia e materie prime. L’ Italia sembra soffrire di meno la transizione ecologica e la carenza di semiconduttori, mette in evidenza lo studio.

L’ultimo trimestre dell’anno e’ invece atteso in rallentamento, con una previsione di crescita dello 0,4% rispetto al precedente. Un rallentamento e’ in parte causato dal manifestarsi delle difficolta’ di approvvigionamento lungo le catene globali del valore, ma che, comunque, non pregiudichera’ la crescita media annua del Pil del 6,3%.

Non vanno infine sottovalutate, sottolinea, le tensioni inflazionistiche, con molti rincari che, per ora, si stanno scaricando sui margini delle imprese. I dati relativi all’Italia evidenziano, innanzitutto, il ruolo dell’energia, in crescita a novembre del 73% nei prezzi alla produzione, del 31% in quelli al consumo. Incrementi che non hanno esentato i primi stadi di produzione e distribuzione dei beni manufatti, dove gli incrementi sono oramai a due cifre (10.4%), come non si osservavano dagli anni Novanta

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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