Lombardia e Trentino-Alto Adige si confermano le regioni con gli stipendi più alti

Lombardia e Trentino-Alto Adige si confermano le regioni con gli stipendi più alti: la Lombardia si conferma prima in classifica con una rga (retribuzioni globali annue) di 32.462 euro, circa 800 euro di più rispetto al trentino al secondo posto in classifica con una rga di 31.651 euro. A dirlo l’Osservatorio JobPricing, che quest’anno in collaborazione con Spring Professional (The Adecco Group), presenta la nuova edizione del JP Geography Index 2021, la classifica retributiva delle province e regioni italiane. La Liguria sale di due posizioni e conquista il terzo posto del podio: con una rga 31.283 euro, è 4,6 punti (circa 1200 euro) sopra la media nazionale di 29.910 euro. Il Piemonte passa dal sesto all’ottavo posto con una rga di 29.954 euro, perfettamente in linea con la media nazionale Sale di 4 posizioni la Sardegna: con una rga 26.700 euro è ancora sotto di 11 punti (circa 3.200 euro) rispetto alla media nazionale. Agli ultimi posti ci sono Sicilia, Calabria e Basilicata: la Sicilia perde due posizioni in classifica con rga 26.271 euro, la Calabria si conferma diciannovesima (rga 25.791 euro) e la Basilicata ultima in classifica (rga 24.940 euro).

Per quanto riguarda le retribuzioni, quando non si è fatto ricorso alle integrazioni salariali, la crisi si è manifestata principalmente con un calo generalizzato delle parti variabili delle retribuzioni, coerentemente con l’impossibilità di una rinegoziazione della componente fissa al ribasso. Se la retribuzione fissa media nazionale, che si attesta a 29.222 euro, ha chiuso l’anno con un tasso di variazione rispetto al precedente dello 0%, la retribuzione globale annua media nazionale, pari a 29.910 euro, lo ha chiuso con il 2,3% in meno rispetto all’anno 2019

Secondo Istat, nel 2020, gli occupati che lavoravano più di 41 ore settimanali sono diminuiti del 17% rispetto all’anno precedente; ugualmente, sono diminuiti dell’11% coloro che lavoravano 40 ore settimanali; al contrario, sono aumentati del 73% coloro che non hanno lavorato neanche un’ora in una settimana. In questo scenario nazionale, il Nord è quello che ha perso più occupati nella fascia di ore più alta (-18%) mentre il Sud è quello che ha quasi raddoppiato coloro che stanno nella fascia delle 0 ore lavorate (+95%).

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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