Pil, la stima di Bankitalia prevede una crescita del 3,2 per cento

Secondo le stime di Bankitalia la crescita del Pil, appena positiva nel primo trimestre, è stata pari a circa mezzo punto percentuale nel secondo. I consumi delle famiglie hanno beneficiato dell’allentamento delle restrizioni introdotte per contrastare la pandemia, rileva inoltre il Bollettino diffuso da Via Nazionale, spiegando come sia proseguito l’aumento degli investimenti e delle esportazioni, sebbene a un ritmo più contenuto di quello di inizio anno e come in primavera sia continuato il recupero dell’occupazione, anche se vi sono segnali di decelerazione. “L’inflazione ha superato l’8 per cento in giugno sulla spinta degli eccezionali rincari dei beni energetici, che si sono gradualmente trasmessi anche agli alimentari e ai servizi – si legge nel documento – La conseguente riduzione del potere d’acquisto, che colpisce in particolare le famiglie meno abbienti, è stata mitigata dai provvedimenti del Governo volti ad alleviare il peso dei più elevati prezzi dell’energia”.

Il bollettino aggiorna le proiezioni per l’economia italiana per il triennio 2022-24 predisposte nell’ambito dell’esercizio previsivo coordinato dell’Eurosistema e pubblicate lo scorso 10 giugno. “Nello scenario di base – spiega Bankitalia – in cui si ipotizza che il conflitto in Ucraina si protragga fino alla fine dell’anno in corso senza tuttavia condurre a una totale interruzione delle forniture energetiche dalla Russia, il Pil aumenterebbe del 3,2 per cento nel 2022, dell’1,3 nel 2023 e dell’1,7 nel 2024. L’inflazione si collocherebbe al 7,8 per cento nella media di quest’anno, per poi scendere progressivamente al 2,0 nel 2024”. “Nel caso di un arresto delle forniture di energia dalla Russia la crescita si interromperebbe” avvertono invece gli esperti di Via Nazionale, che spiegano: “In uno scenario avverso si ipotizza un arresto delle forniture energetiche russe, con conseguenti interruzioni produttive di alcune attività industriali, maggiori rincari delle materie prime, un impatto più forte su incertezza e fiducia e una dinamica più debole della domanda estera. Al netto di possibili risposte delle politiche economiche, in questo scenario il Pil aumenterebbe di meno dell’1 per cento nel 2022 e scenderebbe nel prossimo anno di quasi 2 punti percentuali, tornando a espandersi solo nel 2024. L’inflazione sarebbe più alta che nello scenario di base nel prossimo biennio”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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