Ricerca e Sviluppo, l’Italia ha ridotto gli investimenti

 “L’incidenza della spesa per Ricerca e Sviluppo intra-muros sul Pil italiano nel 2021 è stata pari all’1,45%, contro l’1,51% dell’anno precedente. La spesa complessiva, che comprende le istituzioni pubbliche, le imprese, le università e le istituzioni private non profit ammonta a circa 26 miliardi di euro ed ha registrato un incremento del 3,8% rispetto al 2020”. Questi alcuni dei dati che il direttore generale dell’Istat, Michele Camisasca, ha presentato nel corso del tavolo dal titolo “Le politiche del Governo per sostenere la Ricerca”, organizzato da Consenso Europa per Fgu Anpri presso Tonucci & Partners. “Nel settore delle Istituzioni pubbliche -ha continuato Camisasca- la spesa in Ricerca e Sviluppo è aumentata del 9.7% rispetto al 2020 come anche la spesa delle Università (+7,9%)”. Camisasca nel suo intervento ha anche analizzato l’aspetto demografico in cui versa il Paese sottolineando che nel 2022 sono diminuite le nascite di 7651 unità. “Per la prima volta dall’unità d’Italia -ha aggiunto- abbiamo registrato meno di 400mila nati e le premesse del 2023 non sono rosee. Le previsioni di lungo termine confermano questo quadro di crisi: da 59,2 milioni di residenti del 2021, passeremo a circa 47,7 nel 2070”. Secondo i dati presentati dal Direttore Generale di Istat, infine, sono oltre 120mila i giovani laureati espatriati mentre si fermano a 41mila i rimpatri, con una perdita netta di 79mila unità.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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