Rimbalzo dell’economia italiana, dopo il lockdown la crescita è del 16,1 per cento

Nei mesi estivi l’economia italiana ha ritrovato vitalita’ e, dopo la primavera in lockdown, e’ cresciuta del 16,1%, invertendo totalmente la rotta rispetto al -13% del trimestre precedente. La risalita nella V disegnata nei grafici del Pil e’ andata ben oltre le piu’ rosee aspettative, sorprendendo anche i piu’ ottimisti, a partire dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, da sempre convinto delle capacita’ di ripresa del sistema produttivo, ma che con gli economisti del Mef nel Documento programmatico di bilancio si era fermato ad un recupero del 13% o poco piu’. Con la ripresa della produzione e dei consumi nello stesso terzo trimestre e’ peraltro ripartito di pari passo anche il mercato del lavoro: gli occupati sono stati 113.000 in piu’ rispetto al trimestre precedente. A settembre e’ cresciuto il tasso di occupazione, e’ diminuito quello di disoccupazione, anche giovanile, ed e’ sceso il numero di inattivi. Anche l’inflazione, relativa pero’ ad ottobre, ha mostrato una timida ripresa, segno di un ritrovato dinamismo delle vendite. Eppure il clima intorno ai dati che in un’altra situazione apparirebbero spumeggianti, rimane cupo. Non solo perche’ si e’ ancora lontani dai livelli dello scorso anno sia in termini di Pil (-4,7% rispetto al terzo trimestre 2019) che di occupazione (-330.000 occupati rispetto a febbraio). Il diffondersi dei contagi – oggi a quota 31.084 casi – e le nuove misure restrittive imposte per mettere un argine alla seconda ondata gia’ lasciano presagire un quarto trimestre impegnativo per l’economia italiana, se non veramente difficile. Registra una frenata anche la produzione industriale: l’ufficio studi di Confindustria registra a settembre un calo del 3,2%: “difficile – chiosa – intravedere nel breve periodo segnali di ripresa economica” L’Istat stima che a bocce ferme, la cosiddetta variazione del Pil ‘acquisita’ per fine anno, quella che si otterrebbe se cioe’ il quarto trimestre si chiudesse a crescita zero, sarebbe del -8,2%. Quasi un successo rispetto al -9% stimato dal governo. Ma Gualtieri oggi ha ribadito proprio quel -9%, lasciando quindi presagire un trimestre non piu’ a +0,4% come da previsioni del governo e nemmeno a zero, ma presumibilmente proprio in calo. Intervenendo alla giornata del risparmio, in videoconferenza con il governatore della Bankitalia, Ignazio Visco, il ministro si e’ spinto anche piu’ in la’, non relegando piu’ la possibilita’ di un 2021 meno favorevole del previsto ad un solo ipotetico scenario avverso. L’economia italiana e’ solida, ha assicurato, e in questi mesi ha “nettamente migliorato la capacita’ e prontezza di risposta all’emergenza sanitaria ed economica”. Tuttavia, nel caso di misure ancora piu’ restrittive di quelle in vigore dal 24 ottobre, “la crescita del Pil nel 2021 potrebbe risultare inferiore a quanto previsto nel quadro programmatico della Nadef” pari a +6%. In questo caso pero’, ha puntualizzato, “la ripresa sarebbe solo rinviata, non pregiudicata”. Parole ancora di fiducia, dunque, in cui pero’ un quadro meno ottimistico non e’ piu’ un tabu’. Tanto da arrivare a promettere di mantenere una politica espansiva “fino a quando sara’ necessario”. Difficile del resto ignorare l’avvertimento arrivato nella stessa sede da Visco, secondo cui la ripresa dell’epidemia minaccia inevitabilmente di incidere sui risultati raggiunti in estate. Il governatore vede rischi anche in caso di misure “meno drastiche di quelle adottate in primavera”. Anche senza il ricorso al lockdown, insomma, la fiducia e la spesa delle famiglie e delle imprese potrebbero infatti essere fortemente penalizzate dal diffondersi dei contagi. C’e’ poi il contesto europeo da tenere presente: in attesa degli effetti della seconda ondata di contagi i dati del Pil del terzo trimestre sono positivi anche in Francia (+18,2%, che pero’ fanno peggiorare a -11% la stima per tutto il 2020) e in Spagna (+16,7%). Apparentemente piu’ contenuta la crescita in Germania (+8,2%), dove pero’ il calo dell’economia era stato meno severo, tanto che il governo migliora, seppure di poco, la stima di calo previsto per l’intero anno passandola da -5,8% a -5,5%

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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