Semplificazione fiscale, decreto con possibili entrate da 100 milioni con le Università

Circa 100 milioni di euro ogni anno potrebbero entrare nelle casse dello Stato grazie ad una norma contenuta nel decreto sulla Semplificazione fiscale, in discussione alla Camera, che darebbe la possibilita’ alle Universita’ non statali di trasformarsi in societa’ di capitali. Opportunita’ che, se da una parte, consentirebbe alle strutture universitarie di accedere a capitali privati secondo le logiche del libero mercato, dall’altro prevede il pagamento di maggiori imposte. La stima e’ stata elaborata dall’Eurispes nell’ambito dello studio “La trasformazione in societa’ di capitali delle Universita’ non statali”. L’Eurispes ha calcolato che in Italia oggi si contano 30 realta’ non statali legalmente riconosciute, delle quali 11 universita’ telematiche, a fronte di un totale di 67 universita’ statali. Gli iscritti complessivi agli atenei non statali italiani sono 176.158 (92.677 donne; 6.100 stranieri), di cui 27.339 immatricolati; 35.627 sono i laureati l’anno (19.837 donne; 1.378 stranieri). Considerando la serie storica dal 2012, le universita’ private hanno visto aumentare in modo costante negli anni gli iscritti complessivi e i laureati. Nell’universita’ statale il trend evidenzia, invece, dal 2012/2013 una flessione degli iscritti ai corsi di laurea; gli immatricolati hanno ripreso a crescere nel 2015/16 e nel 2016/17; la tendenza non riguarda gli studenti stranieri, in costante crescita. Quanto alla contribuzione media, e’ molto piu’ alta negli atenei non statali: ammonta a 5.034 euro annui mentre nelle universita’ statali si ferma a 1.236 euro annui. Tra le regioni italiane, la contribuzione media annua negli atenei privati raggiunge addirittura i 10.060 euro in Piemonte, 6.554 in Lombardia, 3.928 nel Lazio, 3.703 in Puglia, 2.893 euro in Sicilia, 2.497 in Campania, 1.624 in Valle d’Aosta, 1.167 in Trentino Alto Adige, 1.010 in Abruzzo, 608 in Calabria. Le universita’ non statali riversano risorse di origine privata all’interno del Sistema Universitario Nazionale. Ad esse lo Stato contribuisce in una misura inferiore al 5%. Si puo’ dunque parlare – spiega l’Eurispes – di conversione di risorse private in servizio pubblico.

L’emendamento, originariamente proposto sul tema in oggetto nel dl Semplificazione e poi non approvato, e’ stato ripresentato al ddl 1074 (Semplificazione fiscale) ed e’ attualmente in discussione alla Camera. Prevede che nell’esercizio della propria autonomia le universita’ private possano costituirsi o trasformarsi in societa’ di capitali e che l’imposta sul reddito e l’imposta sul valore aggiunto versata sia riversata al Fondo per il finanziamento ordinario delle universita’. Per l’Eurispes non esiste un’incompatibilita’ a priori tra le normative vigenti e la trasformazione delle universita’ non statali in societa’ di capitali, ne’ con il perseguimento della finalita’ pubblica, che deve restare prevalente ed imprescindibile. Sebbene il maggior gettito sia difficilmente stimabile, e’ ragionevole ipotizzare che la misura potrebbe portare almeno 100 milioni di euro l’anno nelle casse dello Stato

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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