Sondaggio, i giovani fuori casa provano ansia nel 50 per cento dei casi

Per ragioni di studio e lavoro, sempre più giovani scelgono di trasferirsi lontano dalla propria casa di origine. Un cambiamento che crea spesso disorientamento e innesca nei giovani un crescendo di preoccupazioni che se non ben controllate possono sfociare dapprima in nervosismo e tensione, fino a diventare, poi, veri e propri stati d’ansia. Ed è così che i giovani, che vivono al di fuori della famiglia, in una settimana provano ansia quasi tutti i giorni nel 50% dei casi, per la metà dei giorni nel 14% e alcuni giorni nel 34%. È il preoccupante quadro che emerge dalla ricerca realizzata da DoveVivo, piattaforma del mondo residenziale che gestisce in Europa un’ampia offerta di soluzioni abitative, e Serenis, la piattaforma che affianca le persone nella scelta di un giusto e soddisfacente percorso psicologico, individuando lo psicoterapeuta più adeguato a loro e accompagnarle in un percorso di benessere mentale.

Attraverso un questionario, le società hanno intervistato giovani studenti e lavoratori fuorisede di età compresa fra i 18 e i 30 anni.

Lo stato di ansia per il 36% degli intervistati, è causato dall’incertezza del futuro, seguita dagli impegni lavorativi e universitari per il 34% del campione e infine dalle relazioni familiari, sentimentali e professionali nel 20% dei casi. L’ansia può essere percepita in vari modi: il 20% di giovani non riesce a concentrarsi sul lavoro, il 25% di loro dorme male e prova costante stanchezza durante la settimana mentre il 30% dei giovani si sente demotivato e apatico. Le soluzioni principali adottate dalle persone per cercare di controllare questi stati d’animo stressanti sono due in particolare. Nel 36% del campione analizzato sono lo sport, la musica e le serie tv, il 35% preferisce pianificare nel dettaglio lo studio o il lavoro come metodo anti stress e infine il 25% dei casi cerca il confronto con amici o gli affetti. Inoltre sempre più giovani sono consapevoli che per superare alcuni momenti di difficoltà può essere d’aiuto affidarsi a un professionista. Infatti il 34% dei giovani intervistati dalla ricerca DoveVivo-Serenis, ha affermato che parlare con uno psicologo o psicoterapeuta l’ha aiutato a sentirsi meglio. Di contro, invece, il 27% dei giovani preferisce lavorare o studiare per distrarsi e non pensare, il 23% ha provato a parlare con la famiglia o gli amici e il 18% non ha intrapreso alcuna attività per migliorare il proprio stato d’animo. E alla domanda se si è mai considerato di affidarsi a uno psicologo/psicoterapeuta, ben il 43% ha affermato di farlo già, e un ulteriore 43% ha intenzione di farlo. Mentre per coloro che hanno risposto di non aver considerato questa opzione, il freno principale è stato nel 60% dei casi quello legato a ragioni economiche.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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