Molte organizzazioni stanno ponendo attenzione al fenomeno battezzato come “Great Resignation”, ovvero l’aumento significativo di dimissioni che si è registrato soprattutto a partire dalla scorsa primavera. Un trend che sta toccando anche il nostro Paese, come confermato dai dati pubblicati dall’Associazione italiana direzione personale e dal ministero del Lavoro. Ad alimentare la “Great Resignation” concorrono ovviamente più fattori, ma è sempre più evidente che la pandemia ha giocato, e continua a giocare, un ruolo di primo piano, dal momento che ha cambiato in modo profondo quello che le persone, soprattutto di certe fasce di età e scolarizzazione, si aspettano dal lavoro e, più in generale, le loro priorità. Medallia Inc., azienda globale leader nelle soluzioni tecnologiche per la gestione della customer ed employee experience, ha dedicato a questo fenomeno la ricerca “Insight sulla great resignation: perché i dipendenti lasciano il loro posto di lavoro”, condotta dal Medallia Institute e dalla piattaforma di benchmarking e intelligence comportamentale Sense 360 by Medallia. La prima evidenza che è emersa è che quasi il 50% dei lavoratori intervistati hanno dichiarato di non avere avuto in quel momento una nuova occupazione
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