Sono 7.425 le biblioteche pubbliche e private, statali e non statali, aperte al pubblico nel 2019. Quasi otto biblioteche su dieci (76,9 per cento) sono a titolarita’ pubblica, in prevalenza gestite dalle amministrazioni comunali (89,7 per cento). Cosi’ l’Istat nel report relativo alle biblioteche in Italia. Il 2,8 per cento delle biblioteche pubbliche e’ statale, il 2,1 per cento e’ gestita dalle Regioni, l’1,5 per cento da istituti ed enti di ricerca. Tra le biblioteche a titolarita’ privata (1.713 totali) il 40 per cento appartiene a enti ecclesiastici, il 30,9 per cento ad associazioni e il 17,1 per cento a fondazioni. In Italia sono presenti tre biblioteche ogni 100 Kmq e una ogni otto mila abitanti. Nel 58,3 per cento dei comuni italiani e’ ubicata almeno una biblioteca ma il 64,5 per cento delle biblioteche e’ concentrato in sette regioni: Lombardia (1.398), Piemonte (721), Emilia-Romagna (627), Veneto (617), Lazio (530), Toscana (468) e Sardegna (431). In particolare Roma (300), Milano (133), Torino (97), Bologna (94), Firenze (85), Genova (81), Napoli (78), Venezia (53), Palermo (43) e Trieste (39) sono le 10 citta’ con il numero piu’ alto di biblioteche sia pubbliche che private. Oltre ai centri metropolitani, anche molti piccoli comuni italiani sono dotati di biblioteche: il 37,7 per cento delle biblioteche e’ infatti presente in comuni con meno di 5mila abitanti, alcuni dei quali arrivano a contare sino a cinque biblioteche, il 28,8 per cento si trova in centri di medie dimensioni, da 5 a 30 mila abitanti.
Secondo le rilevazioni dell’Istat gran parte delle biblioteche (il 65,9 per cento) ha vocazione territoriale, svolge cioe’ un servizio orientato alla comunita’ locale. Seguono le biblioteche specialistiche (il 15,5 per cento) e quelle in cui prevale la funzione di memoria storica, attraverso la “conservazione” e “custodia” di fondi antichi e rari (8,6 per cento). La maggior parte delle biblioteche appartenenti a queste due tipologie e’ specializzata prevalentemente in “arti e attivita’ ricreative” (26,2 per cento), “geografia e storia” (21,3 per cento) e “scienze sociali” (18,9 per cento) .