Vino: Uiv, in 20 anni diminuiscono le aziende (-68%) ma cresce l’area delle vigne

In vent’anni le aziende vitivinicole del nostro Paese si sono ridotte di oltre 500 mila unità, ma la superficie vitata ha tenuto (-11%, con -1% nell’ultimo decennio) e le 255 mila aziende rimaste (erano 791 mila nel 2000) sono oggi più strutturate, con una superficie media degli ettari vitati in crescita del 174%. Lo rileva l’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv), che elaborando l’ultimo censimento agricolo dell’Istat aggiornato al 2020, mette in luce una rivoluzione morfologica.
Rispetto a venti anni fa, la numerosità delle aziende e’ calata con maggior evidenza al Centro (-75%), con trend sopra la media anche nel Nord Ovest (-70%). Tra le regioni, la Campania – che nel 2000 vantava il maggior numero di compagini (86 mila) – oggi ne conta poco piu’ di 22 mila con un calo del 74%; ancora maggiore la riduzione nel Lazio (-83%).

Secondo l’ultimo censimento Istat e’ la Puglia a contare il maggior numero di imprese (36 mila), seguita dalla Sicilia (30 mila) e dal Veneto (27 mila). Meno aziende ma con appezzamenti in media piu’ grandi, specie al Nord, dove la superficie media della vigna e’ di 3,4 ettari, contro una media nazionale a 2,5 (erano 0,9 nel 2000 e 1,6 dieci anni dopo). Guardando alla superficie vitata, i picchi si riscontrano in Friuli Venezia Giulia (5,5 ettari), poi, 4 in Lombardia 3,8, in Veneto (che ha la crescita maggiore: +295%), 3,6 in Toscana, 3,4 in Piemonte. Secondo Uiv, sono 255.000 le aziende viticole, che rappresentano il 23% del totale delle imprese agricole 1,1 milioni censite da Istat. Nella speciale classifica per incidenza vino sul totale imprese, vince il Trentino con un impatto del 43%, seguito dal Veneto, al 32%, e dalla Toscana ed Emilia-Romagna (31%). Ben sopra la media anche Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Campania, Umbria e Marche.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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