“Difficilmente gli interventi inseriti nell’Accordo di Sviluppo e Coesione 2021/2027, gestiti dall’Azienda regionale alle Attività produttive (ARAP) vedranno la luce, perché gli atti di concessione, per come sono stati concepiti, altrettanto difficilmente verranno sottoscritti da ARAP o da altri enti appaltanti a partire dai Comuni. La questione principale è la convezione tra Regione-Enti beneficiari che prevede l’anticipazione di liquidità in capo ai soggetti attuatori e solo successivamente ai vari step di rendicontazione il rimborso da parte della Regione”. E’ quanto si legge in una nota a firma dei consiglieri regionali del Pd che spiegano: “Uno dei principali temi è che in capo alla concessionaria del finanziamento oltre alla disponibilità di cassa, che non tutti hanno, resteranno tutti i maggiori oneri economici che dovessero determinarsi, compresi i possibili interessi per i ritardati pagamenti, anche per cause imputabili a terzi e non ascrivibili a ritardi della stessa ARAP. Si è determinato, purtroppo, un vortice dal quale non c’è via d’uscita nel quale sono finiti anche gli interventi precedentemente previsti dal Masterplan per l’Abruzzo (FSC 2014/2020), definanziati durante l’emergenza COVID-19 con la DGR 416/2020, come ad esempio: l’impianto idrico del Fucino, i porti di Pescara e di Ortona, il progetto di rilancio degli impianti di Passolanciano-Majelletta”, avverte il gruppo Pd in Consiglio regionale nella conferenza dedicata allo stallo delle opere concepite dalla Giunta regionale di centrosinistra attraverso lo strumento finanziario del Masterplan e quelle inserite nell’Accordo di Sviluppo e Coesione 2021/2027. “La Regione, come detto, ha una cassa limitata, che ammonta a circa 1 miliardo, ma il modello di convenzione 21/27 blocca ogni investimento, per questo chiediamo che in bilancio venga inserito un fondo di rotazione per far partire gli investimenti – sottolineano il capogruppo consiliare Silvio Paolucci e i consiglieri Dino Pepe, Antonio Di Marco, Sandro Mariani, Antonio Blasioli e Pierpaolo Pietrucci – . Allo stato attuale ARAP si trova nella condizione di non poter firmare le concessioni di finanziamento per la realizzazione degli interventi, sia per il tema dei vincoli di natura economico-finanziaria legati principalmente alla mancanza di liquidità necessaria a garantire l’anticipazione, ma anche per gli innumerevoli profili di rischio e responsabilità poste in capo ad ARAP in qualità di concessionario del finanziamento. Un pasticciaccio burocratico, a cui si aggiunge anche un ulteriore problema legato alle regole sul mancato rispetto del cronoprogramma, anche per cause non ascrivibili ad ARAP, ai Comuni e ad altri soggetti beneficiari, come ad esempio i ritardi per l’ottenimento di autorizzazioni/concessioni, che rischiano di esporre l’Ente a gravi responsabilità di tipo contabile, come il dover pagare i costi di possibili revoche dei finanziamenti inizialmente concessi. In pratica, uno stallo senza soluzioni per Arap, Comuni e altri enti beneficiari e tanti possibili danni, a meno che la Regione non si faccia carico di assolvere a tutti gli impegni finanziari che sta scaricando sulle stazioni appaltanti, al fine di coprire anche i gap finanziari prodotti dai ritardi di cantierizzazione delle opere del vecchio ciclo di programmazione. Altra via sarebbe cambiare le convenzioni a livello nazionale, facendo leva sul Governo per sburocratizzarle e tornando all’obiettivo del Masterplan, cioè di investire e realizzare opere strategiche per il nostro Abruzzo. Con l’avvento del governo Meloni sembra che alla destra abruzzese sia andata via la voce della rivendicazione politica pur di non disturbare i fratelli di partito, così come dimostra lo stallo di importanti opere per l’Abruzzo ancora ferme al palo. Così del Masterplan resterà la stasi, a danno di una comunità che non avrà né opere, alcune attesissime, né vedrà spese le risorse in arrivo dall’Europa”.