D’Alfonso (Pd): Abruzzo escluso dai bandi di ricerca finalizzati. Verì: c’è stato un errore

L’Abruzzo è stato escluso dalla graduatoria finale del Bando di Ricerca finalizzata del 2021. Ad annunciarlo è stato il deputato abruzzese del Pd Luciano D’Alfonso che ha chiamato in causa la Regione e presentato un’interrogazione parlamentare. “È un capolavoro di disordine, sciatteria e minimalismo poiché la Regione ha dimenticato di istruire le candidature dei giovani ricercatori abruzzesi che avevano candidato i loro progetti per la ricerca scientifica finalizzata. Come in tutte le regioni, anche i ricercatori abruzzesi hanno avanzato le loro ambizioni di ricerca attraverso la Regione al superiore ministero. La Regione doveva certificare – ha spiegato D’Alfonso – la natura di quei progetti come natura di progetti finalizzati. Regione Abruzzo che ha dimenticato, ha omesso. Proviamo a recuperare le risorse del 2022-2023. Noi vogliamo una Regione sempre sollecita, sveglia e capace di istruire. A tal proposito ho già presentato una interrogazione parlamentare e adesso seguirò il seguito di recupero di cui ha bisogno la comunità di ricercatori. Farò in modo di far recuperare il 2022-2023, ma per il futuro faremo in modo che i ricercatori possano comunicare direttamente con il Ministero senza passare per la Regione”.

La replica dell’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì

“Non c’è nessuna operazione verità che arriva oggi da parte dell’onorevole Luciano D’Alfonso, perché già il 25 novembre scorso il Dipartimento Sanità aveva scritto al deputato ricostruendo con chiarezza e onestà quanto avvenuto”. Lo puntualizza l’assessore alla Salute della Regione Abruzzo, Nicoletta Verì, intervenendo sulla vicenda del Bando ricerca finalizzata 2021, dal quale sono stati esclusi gli unici 3 progetti abruzzesi (sui 12 presentati nella prima fase) giudicati ammissibili alla cosiddetta “fase di triage” (nella quale viene valutata l’ammissione all’effettivo finanziamento degli stessi) dal Ministero. L’assessore ripercorre ancora una volta quanto accaduto e già riferito all’onorevole D’Alfonso. I progetti ammessi alla prima fase della procedura non sono stati certificati per la seconda volta per un motivo semplice: l’assenza dal servizio, per gravi motivi familiari, dell’unico funzionario abilitato a seguire questo tipo di procedimenti, che prevedono un iter complesso e articolato. “Appena rientrato – spiega ancora la Verì – lo stesso funzionario, di concerto con il Dipartimento, ha presentato istanza al Ministero per chiedere una riapertura dei termini, alla luce delle motivazioni che avevano impedito la seconda certificazione degli elaborati. Richiesta, però, alla quale finora gli uffici ministeriali non hanno dato seguito. Non voglio sentir parlare di sciatteria e di disordine istituzionale da parte del (poco) personale del mio Dipartimento, che per due anni e mezzo ha gestito con professionalità e abnegazione tutte le fasi della pandemia, sottraendo tempo ai propri affetti familiari anche di notte o nei giorni festivi. E’ capitato un errore, ci dispiace, ma che certamente non è frutto di dolo, colpa o tantomeno di scarsa attenzione”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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