Non possono essere stati i veicoli in transito nel traforo del Gran Sasso ad aver causato l’intorbidamento delle acque del Ruzzo. Lo ha detto Pierluigi Caputi, Commissario straordinario per la sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso, nel corso dell’audizione che si è tenuta in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati in merito ai lavori concernenti il traforo del Gran Sasso e gli interventi per la messa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso.
Caputi, intervenuto in collegamento video dopo i rappresentanti di Strada dei Parchi S.p.A, concessionaria delle autostrade A24 e A25, ha annunciato che si riunirà la commissione di indagine, da lui stesso chiesta due giorni dopo l’episodio che ha causato l’intorbidamento delle acque nei giorni in cui ci si stava preparando ai sondaggi preliminari per la messa in sicurezza della falda acquifera.
La Commissione in questione sarà presieduta dal Sian, organismo che autorizza la potabilità. “E’ convinzione diffusa che sia successo qualcosa fuori dalle gallerie” ha detto Caputi, ricordando che le acque sorgive hanno depositi limosi che qualora agitati possono dare torbidità, come d’altronde accaduto in passato. La torbidità, ha detto, potrebbe derivare dal deposito di materiale nella canala che si trova sotto le gallerie e che raccoglie le acque derivanti dai bordi della galleria.
“Abbiamo chiesto all’autorità giudiziaria di acquisire e osservare le immagini delle telecamere, sia quelle nelle gallerie sia quella sulla fonte di alimentazione dell’acquedotto del Ruzzo, che è immediatamente fuori dal traforo dal lato Teramo, per capire se vi siano stati casuali versamenti”.
Attualmente, quindi, attività sospese, ma proseguono quelle progettuali.
I vertici della Concessionaria intervenuti in audizione parlamentare alla Commissione Ambiente della Camera hanno sottolineato la necessità di verificare le condizioni migliori prima di avviare lavori futuri. “È necessario un maggiore coordinamento tra le due strutture commissariali che operano, caso unico in Italia, sulla stessa infrastruttura autostradale e il concessionario Strada dei Parchi”. Questo il passaggio fondamentale dell’intervento del Vicepresidente di Strada dei Parchi, Mauro Fabris, nel corso dell’audizione odierna in merito alla messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso.
Nel corso dell’audizione l’AD di Strada dei Parchi, ing. Costantino Ivoi, ha inoltre sottolineato come “sicurezza e diritto alla mobilità degli utenti vadano sempre tutelati ma, purtroppo, rispetto ai disagi provocati all’utenza e al territorio nei giorni scorsi a causa della chiusura al traffico della Galleria del Gran Sasso, SdP può solo prendere atto, con il consueto spirito collaborativo, delle decisioni assunte dal Commissario per la messa in sicurezza del Gran Sasso, ing. Caputi”. La Società ha voluto inoltre ricordare per il futuro “l’importanza di un coinvolgimento preventivo degli altri gestori autostradali e stradali, come ANAS, da parte del Commissario, per verificare nell’arco di tempo dei lavori, anche la percorribilità della viabilità ordinaria alternativa”, come la Statale delle Capannelle, attualmente penalizzata da diversi cantieri.