Abruzzo, in sette anni persi quasi 49 mila abitanti

L’Abruzzo dal 2013 al dicembre 2020 ha perso ben 48.906 abitanti, ossia una intera città delle dimensioni di Chieti. Una flessione del 3,68 per cento con un’intensità pari al doppio di quella dell’Italia che e’ stata dell’1,84 per cento, e riguarda innanzitutto i giovani, molti dei quali evidentemente sono andati a vivere altrove. Lo rivela l’ultimo studio del professor Aldo Ronci, che nelle ultime ore ha reso noto i contenuti del “Rapporto sull’andamento demografico dell’Abruzzo tra il 2013 ed il 2020”. Le due classi di età‚ che hanno influenzato in maniera importante la forte flessione della popolazione abruzzese, spiega il ricercatore, tra il 2013 e il 2020 sono quella 32-48 anni che ha perso 49.141 unita’ (-14,80 per cento) ma che comunque ha subito quasi lo stesso decremento percentuale dell’Italia (-4,18 per cento), e quella 15-31 anni che ha visto emigrare 26.567 giovani con una flessione dell’11,12 per cento valore quest’ultimo pari a due volte e mezzo quello italiano che stato di appena il 4,53 per cento. Il forte decremento giovanile allarmante in quanto crea un problema di squilibri nel rapporto tra generazioni a svantaggio della popolazione potenzialmente piu’ attiva e produttiva con implicazioni allarmanti di carattere sociale ed economico. La flessione si spalma: con intensità‚ piu’ elevata nelle province di L’Aquila e di Chieti che presentano aree in fase di spopolamento piu’ numerose; con intensità‚ piu’ lieve nelle province di Teramo e di Pescara che hanno aree in fase di spopolamento meno numerose. I comuni montani in fase di spopolamento, al 31.12.20, sono 186 ed hanno subito, in 7 anni, un decremento di 28.796 unità‚ che in valori percentuali è pari al 9,52 per cento. Ma cosa che non ci si aspettava che, al 31.12.20, 32 comuni non montani situati sulla fascia costiera, si trovano in fase di spopolamento ed hanno subito, in 7 anni, un decremento di 9.163 unità‚ che in valori percentuali pari al 7,44 per cento.

Dal report “L’economia abruzzese negli ultimi venti anni” si rileva che il valore aggiunto prodotto negli ultimi 20 anni subisce una flessione del 9,6 per cento, valore di gran lunga peggiore di quello italiano che stato del 2,8 per cento. La flessione abruzzese, pari al triplo di quella italiana, attribuisce all’Abruzzo uno spread negativo di ben 6,8 punti percentuali che tende a crescere, e posiziona l’Abruzzo al 13esimo posto nella graduatoria delle regioni italiane. Dai dati dei due report esce rafforzata l’impressione che l’economia abruzzese sia in affanno. L’Abruzzo ha bisogno di cambiare marcia individuando, senza tralasciare il faticoso e importante lavoro già‚ in atto, due fondamentali direttrici che gli permettano di affrontare i nodi nevralgici della Regione che riguardano da un lato, per superare gli squilibri locali, un progetto di sviluppo e riequilibrio territoriale e dall’altro, per superare le difficoltà‚ in cui versa il sistema produttivo, una grande, imponente ed efficace iniziativa che riesca, attraverso l’innovazione, a rendere più competitivi tutte le attività economiche. La popolazione abruzzese passata da 1.329.918 abitanti del 31 dicembre 2013 a 1.281.012 del 31 dicembre 2020 registrando un decremento di 48.906 abitanti. In valori percentuali la flessione del 3,68 per cento della popolazione abruzzese stata pari a ben due volte quella italiana che ha registrato un decremento dell’1,84 per cento. Si e’, di fatto, creata l’area metropolitana Chieti-Pescara (città diffusa) che conta una popolazione di 346.759 abitanti distribuita su una superficie di 645 Kmq mentre il resto dell’Abruzzo segna 934.253 residenti su una superficie di 10.150 kmq. L’Area Metropolitana Chieti-Pescara composta dai Comuni di Pescara, Chieti, Silvi, Cepagatti, Città S. Angelo, Collecorvino, Montesilvano, Moscufo, Spoltore, Cappelle sul Tavo, Pianella, San Giovanni Teatino, Torrevecchia Teatina, Francavilla al mare. L’area metropolitana Pescara-Chieti raccoglie il 27 per cento della popolazione ed e’ concentrata su appena il 6 per cento del territorio, ha una densità‚ abitativa di 538 abitanti per kmq pari a cinque volte e mezzo quella del resto dell’Abruzzo che conta 98 abitanti per kmq.

L’area metropolitana, al contrario del resto della Regione, ha registrato un costante e consistente incremento fino a pochi anni fa ma negli ultimi anni ha subito una battuta d’arresto e restano in crescita i soli Comuni di Francavilla e San Giovanni Teatino. Altro aspetto che emerge dalla ricerca nel 2020 in Abruzzo si contavano 82.568 stranieri su un totale di 1.281.012 abitanti, annota la presenza del 6 per cento di stranieri registrando uno spread negativo di 3 punti percentuali rispetto al 9 per cento nazionale. L’Abruzzo e’ poco attrattivo anche per gli stranieri che potrebbero comunque contribuire al miglioramento del bilancio demografico della regione. Tra il 31 dicembre 2013 e il 31 dicembre 2020 si registra un decremento forte nelle province dell’Aquila (-14.828), e di Chieti (-16.636) meno consistente in quelle di Teramo (-9.053) e di Pescara (-8.389). In valori percentuali la popolazione decresce di piu’ all’Aquila (-4,85 per cento) e a Chieti (-4,25 per cento), meno a Teramo (-2,92 per cento) e a Pescara (-2,60 per cento). Le flessioni sono tutte superiori a quella media italiana (-1,84 per cento). Nei Capoluoghi le flessioni sono state a Chieti -3.228,a Pescara -2.994, a Teramo -2.281 e a all’Aquila -1.115. In valori percentuali flettono Chieti -6,16 per cento, Teramo – 4,17 per cento, Pescara – 2,46 per cento e L’Aquila – 1,58 per cento. Mentre la provincia dell’Aquila è quella che decresce di piu’ rispetto alle sorelle abruzzesi, tra i capoluoghi l’Aquila quello che decresce di meno

 

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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