Codice degli appalti, le critiche delle imprese

Il Codice degli appalti risulterebbe di difficile applicazione e rallenterebbe la realizzazione degli investimenti e il decreto sblocca cantieri non avrebbe risolto la situazione. Ci sono queste criticita’, secondo enti ed imprese, dietro l’atavico problema del rallentamento o blocco delle opere pubbliche in Italia.

Dal canto suo la ministra delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli assicura che e’ solo questione di “volonta’ politica”: che pero’ in questi 14 mesi c’e’ stata e ha permesso di sbloccare 17 miliardi di cantieri. A scattare la fotografia delle difficolta’ del sistema dei contratti pubblici è un’indagine realizzata da Conferenza delle Regioni e Province, Confindustria, Ance e Luiss, che raccoglie le risposte di 5104 stazioni appaltanti e 217 operatori economici: ne emerge un giudizio critico (che si attenua nelle generazioni piu’ giovani) sul Codice degli appalti; voti piu’ favorevoli sullo ‘sblocca cantieri’, anche se e’ molto diffusa l’idea che non abbia “risolto le principali criticita’ normative preesistenti”; perplessita’ anche sulla normativa anticorruzione. “Stiamo viaggiando al ritmo di uno sblocca cantieri l’anno” e il semplificazioni, che “e’ un altro sblocca cantieri”, ha portato alla “deregulation piu’ totale”, osserva il videpresidente dell’Ance Edoardo Bianchi, evidenziando inoltre che il Codice degli appalti “non e’ la causa del blocco delle opere pubbliche, e’ l’ennesimo effetto” e se oggi non si parla piu’ di riforma e’ “perche’ di fatto e’ stato annientato”. Quello che serve, dunque, secondo l’associazione dei costruttori, e’ avere “molte meno regole” ma “che siano durature”. Chiede un “apparato normativo piu’ semplice e stabile” anche il delegato del presidente di Confindustria Stefan Pan. E anche il presidente dell’Autorita’ anticorruzione Giuseppe Busia osserva come “avere a che fare con continue modifiche normative non facilita il lavoro delle stazioni appaltanti”: “Sarebbe piu’ opportuno – aggiunge – cercare di stabilizzare il sistema perche’ anche sulla stabilizzazione normativa del sistema si puo’ costruire una programmazione”. Non e’ invece questo il punto per la ministra De Micheli, che riconosce “il problema delle firme, delle autorizzazioni e della burocrazia, altrimenti – osserva – non saremmo arrivati a fare il decreto semplificazioni, ma per me, per i miei primi 17 miliardi di Cantieri e Rfi e per i prossimi 20 mld che abbiamo in cantiere per il 2021”, la vera questione e’ “decidere di fare le opere ed essere conseguenti quando si aprono i cantieri”. L’altra causa del rallentamento, accanto alla decisione politica, e’ “la modalita’ di programmazione finanziaria”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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