Secondo il rapporto Snpa (Sistema nazionale per la protezione dell’ambientale) sul consumo di suolo 2024 non si ferma la corsa all’edificazione in Abruzzo, con 157 ettari di territorio trasformati tra il 2022 e il 2023, una superficie pari a oltre 210 campi da calcio sottratta a terreni agricoli e aree naturali. La regione registra un consumo netto di suolo pari al 5,03%, a fronte del 7,16% della media nazionale, ma con situazioni che in alcune zone della regione fanno registrare picchi record superando abbondantemente la media nazionale ed evidenziando una scarsa pianificazione territoriale e una gestione poco sostenibile. Tra le province, L’Aquila guida la classifica del consumo netto con 89 ettari trasformati, seguita da Pescara con 28 ettari, che raggiunge il record regionale del 51% di territorio comunale complessivamente consumato, il dato più alto dell’Abruzzo. Anche Chieti e Teramo non sono esenti da pressioni edilizie con, rispettivamente, 17 e 24 ettari sacrificati nel solo ultimo anno. Nei capoluoghi, Pescara dunque spicca per intensità di urbanizzazione: 51,59% del suolo totale consumato, un valore che sottolinea la saturazione ormai raggiunta. All’Aquila, città storicamente soggetta a trasformazioni urbanistiche, sono stati trasformati 10 ettari, spesso in aree con forte valore culturale o ambientale.
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