Secondo l’elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia – dei dati Infocamere-Movimprese, il sistema imprenditoriale regionale, dopo l’anno di shock pandemico e la ripresa del 2021, torna a mostrare un certo grado di incertezza.
Lo stock di attività registrate operanti in regione al 31 dicembre 2022 è composto da 148.436 imprese, 544 in più rispetto alla fine dell’anno precedente. Con un tasso di crescita dello 0,36% (Italia: 0,79%), l’Abruzzo si colloca al 16° posto nella classifica delle regioni Italiane che vede in testa il Lazio (+1,55%) e in coda, con valori negativi, il Molise (-0,13%) e le Marche (-0,56%).
Se si considerano le sole imprese attive, si rileva che esse al 31/12/2022 sono 126.648, 1.337 in meno rispetto all’anno precedente che corrisponde ad un tasso di crescita del -0,49%, il più basso, se si esclude il -0,66% delle Marche, tra le regioni italiane.
Il numero di iscrizioni diminuisce rispetto all’anno precedente del 5,6% (-407), a fronte di un -6,0% nazionale derivante da contrazioni di tutte le regioni ad eccezione di Val d’Aosta ed Emilia Romagna.
Le chiusure, al contrario, aumentano del 9,3% (+531) quasi 2 p.p. in più della media italiana alla quale contribuiscono incrementi di tutte le regioni che vanno dal minimo del +2,1% del Molise al -+17,0% della Sicilia.
A causa di tale andamento il sistema imprenditoriale regionale si allontana ancora di più dai livelli pre pandemici, con circa 1.400 aperture in me-no e 1.900 chiusure in più rispetto al 2019.
Per quanto riguarda le imprese registrate, oltre al consueto aumento vertiginoso delle attività non classificate (+2.082 unità) che però sono nella grande maggioranza inattive (99,5%), si osserva un incremento di 97 aziende operanti nelle costruzioni, 123 nelle attività professionali scientifiche e tecniche e 30 nel noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese e 8 nell’istruzione. In calo il numero di imprese operanti negli altri settori con contrazioni più incisive in agricoltura (-325) nel manifatturiero (-203), nel commercio (-700) e nell’alloggio e ristorazione (-325).
Diminuiscono le aziende attive operanti in agricoltura (-427), nel manifatturiero (-158), nell’edilizia (-15), nel commercio (-946), nel trasporto e magazzinaggio (-86) e nell’alloggio e ristorazione (-112). Aumentano, al contrario, le immobiliari (+126), professionali, scientifiche e tecniche (+201), di noleggio e servizi alle imprese (+54) e artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+46).
L’analisi della nati-mortalità di impresa evidenzia le difficoltà di settori quali quello agricolo e manifatturiero che nel corso del 2022 hanno risentito fortemente del rincaro delle materie prime e dell’inflazione. I servivi commerciali e di alloggio e ristorazione hanno certamente subito il contraccolpo di un diffuso clima di incertezza derivante dalla situazione non solo strettamente economica che ha spinto le famiglie verso una minore propensione alla spesa.