Crollo hotel Rigopiano, dalle carte dell’inchiesta emergono nuovi particolari

Una informativa corposa, di oltre 100 pagine, quella preparata della squadra Mobile di Pescara che contiene le intercettazioni di tutto il periodo dell’emergenza maltempo in Abruzzo, a partire dal 6 gennaio e fino al 20, due giorni dopo la tragedia di Rigopiano. Da questa informativa, e da quella di 34 pagine dei Carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Pescara, e dalle altre due dei Carabinieri Forestali, emerge un quadro di giorni di caos nell’approccio all’emergenza e nei canali istituzionali, che ha avuto il suo picco dal 17 al 19 gennaio. La tragedia dell’hotel Rigopiano, a Farindola, arriva il 18 gennaio, con 29 morti e 11 sopravvissuti.

Sono 23 gli indagati nell’inchiesta, tra cui l’ex prefetto Francesco Provolo. Ma e’ chiara la percezione della “sottovalutazione” generale che emerge da alcune telefonate, nel contesto di una situazione estrema ed eccezionale.

“La gente sta morendo e voi non vi rendete conto”, dice alle 16.10 del 18 gennaio il consigliere regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, parlando con Claudio Ruffini, a quell’epoca segretario del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso. Ruffini e D’Alfonso non sono indagati per Rigopiano, ma solo citati in queste conversazioni raccolte nell’ ambito di un’altra inchiesta sugli appalti della Regione. Il dramma di quei momenti e’ contenuto anche in un sms che Pina Manente, della Provincia di Teramo, invia alle 21.45 sempre del 18 gennaio allo stesso Ruffini: “Qui conteremo i morti X carenza di soccorsi, forse non vi state rendendo conto”. Mentre la sera del 19 gennaio, il sindaco di Cortino, Gabriele Minosse, sfoga la sua rabbia nei confronti del governatore parlando al telefono con il consigliere regionale Sandro Mariani: “…hanno sottovalutato tutto…adesso penso che possa bastare a giocare, qua ci sta la pelle della gente…”.

Le richieste arrivavano da tutto il territorio regionale. Il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, alle 15.01 del 18 gennaio chiama Ruffini “che non risponde e ne’ richiamerà”, precisa l’informativa del Noe. Del mezzo destinato a Villa Celiera e a Farindola, dirottato sulla strada di Caramanico-S.Eufemia, parlano in una telefonata concitata il responsabile del settore viabilita’ della Provincia di Pescara, Paolo D’Incecco, indagato, e il sindaco di S.Eufemia Francesco Crivelli, non indagato. Sempre sulla gestione delle turbine, questa volta a Celano, D’Alfonso se la prende con il capo Anas Abruzzo, Antonio Marasco: “Lo faccio cacciare”. Un giorno e mezzo dopo Rigopiano, alle 7.53 del 20 gennaio, il governatore dice a D’Incecco: “…c’e’ da gestire una situazione documentale nel rispetto della legge…”.

Nelle informative rientra anche la smentita che la riunione alla Provincia per il coordinamento dei soccorsi sia avvenuta il 16 gennaio e la preoccupazione, alle 19.56 del 18 gennaio, a tragedia accertata, del presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco: “Quello e’ un lavoro che e’ di mia competenza”. Ora si attende la carta valanghe, per cui ci vorranno ancora tre anni. Mentre e’ vivo il ricordo dell’ex generale dei carabinieri forestali, Guido Conti, morto suicida il 17 novembre scorso, con il ‘cruccio’ di Rigopiano, come ha lasciato scritto in una lettera sulla cui divulgazione la Procura di Sulmona ha aperto un fascicolo per rivelazione di segreto d’ufficio. Il parere di Conti, secondo i consulenti tecnici della Procura di Pescara, sulla piscina di Rigopiano “risulta correttamente rilasciato”. Mancava la relazione del geologo sul rischio valanga. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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