Taglio del cuneo fiscale e contributivo, assegno di inclusione che riforma il reddito di cittadinanza, nuove norme per i contratti a termine.
Sono solo alcune delle misure incluse nel Decreto lavoro varato dal Consiglio dei ministri. Queste le risorse assegnate per i diversi provvedimenti. Per l’assegno di inclusione, che partirà il primo gennaio 2024, il governo ha stanziato 5,4 miliardi di euro per l’anno prossimo e 5,6 miliardi per il 2025 e il 2026. Per la prosecuzione del reddito di cittadinanza è autorizzata nel 2023 la spesa di 384 milioni di euro. Tra le risorse stanziate l’esecutivo prevede di destinare come incentivi ai datori di lavoro che assumono i beneficiari dell’assegno di inclusione 85,3 milioni di euro nel 2024; 200,4 milioni di euro nel 2025; e 251,3 milioni di euro nel 2026. Circa 4 miliardi vengono destinati al taglio del cuneo fiscale e contributivo tutto a beneficio dei lavoratori, salirà per sei mesi, dal 1° luglio al 31 dicembre 2023, di altri quattro punti (dal 3% al 7% per i redditi fino a 25mila euro lordi l’anno e dal 2% al 6% per i redditi fino a 35mila euro).
L’aumento in busta paga è stimato dal ministero dell’Economia mediamente in 100 euro mensili da luglio a dicembre. Sale anche la soglia per i fringe benefit per il 2023 fino a 3mila euro per chi ha figli a carico. Per la misura si prevede al momento una spesa di 142 milioni di euro per quest’anno e di 12,4 milioni per il 2024. Limitatamente al periodo d’imposta 2023 non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di 3mila euro.
L’assegno di inclusione è una misura di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro. Una misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata alla prova dei mezzi e all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa. L’assegno di inclusione potrà essere chiesto solo dalle famiglie con disabili, minori e over 60 e potrà arrivare a 500 euro al mese, moltiplicati per la scala di equivalenza fino a un massimo di 2,3 nel caso di disabili gravi.
Viene confermato che il requisito di residenza per il richiedente scende da 10 a 5 anni, mentre il valore dell’Isee della famiglia non deve superare i 9.360 euro con un valore del reddito familiare inferiore a una soglia di euro 6mila annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. Non ha diritto all’assegno di inclusione il nucleo familiare in cui un componente risulti disoccupato a seguito di dimissioni volontarie, nei dodici mesi successivi alla data delle dimissioni, fatte salve le dimissioni per giusta causa nonché di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.
L’assegno di inclusione è richiesto con modalità telematiche all’Inps, che lo riconosce sulla base delle informazioni disponibili sulle proprie banche dati o tramite quelle messe a disposizione dai comuni, dai ministeri della Giustizia e dell’Istruzione, dall’Anagrafe tributaria, dal pubblico registro automobilistico e dalle altre pubbliche amministrazioni. L’Inps informa il richiedente che, per ricevere il beneficio economico, deve effettuare l’iscrizione presso il sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (SIISL) al fine di sottoscrivere un patto di attivazione digitale e deve espressamente autorizzare la trasmissione dei dati relativi alla domanda ai centri per l’impiego, alle agenzie per il lavoro e agli enti autorizzati all’attività di intermediazione. Il beneficio economico decorre dal mese successivo a quello di sottoscrizione, da parte del richiedente, del patto di attivazione digitale. Il componente del nucleo familiare beneficiario dell’assegno di inclusione, attivabile al lavoro e preso in carico dai servizi per il lavoro competenti, è tenuto ad accettare un’offerta di lavoro a tempo indeterminato oppure a tempo determinato, anche in somministrazione, di durata non inferiore a un mese; se si riferisce a un contratto di lavoro a tempo determinato di durata inferiore a dodici mesi e il luogo di lavoro non dista più di 80 chilometri dal domicilio del soggetto; ma senza limiti di distanza, nell’ambito del territorio nazionale, se si riferisce a un contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato o a tempo determinato di durata superiore a 12 mesi. Ai datori di lavoro privati che assumono i beneficiari dell’assegno di inclusione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, pieno o parziale, o anche mediante contratto di apprendistato, è riconosciuto per un periodo massimo di 12 mesi l’esonero dal versamento del 100% dei complessivi contributi previdenziali a carico dell’azienda con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Inail nel limite massimo di importo pari a 8mila euro su base annua, riparametrato e applicato su base mensile. Al fine di favorire l’attivazione nel mondo del lavoro delle persone a rischio di esclusione sociale e lavorativa dal primo settembre 2023 viene istituito lo strumento di attivazione (Sda quale misura di attivazione al lavoro, mediante la partecipazione a progetti di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, orientamento, accompagnamento al lavoro e politiche attive. Nelle misure di attivazione rientra il di servizio civile universale. Lo strumento di attivazione è utilizzabile dai componenti dei nuclei familiari, di età compresa tra 18 e 59 anni in condizioni di povertà assoluta, con un valore dell’Isee familiare in corso di validità non superiore a 6mila euro annui, che non hanno i requisiti per accedere all’assegno di inclusione. Lo strumento di attivazione è incompatibile con il reddito e la pensione di cittadinanza e con ogni altro strumento pubblico di integrazione o di sostegno al reddito per la disoccupazione. Per i contratti a tempo determinato si va verso causali più soft. Il provvedimento prevede inoltre misure per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro, rafforzando l’assicurazione nelle scuole e i sostegni alle famiglie degli studenti morti nei percorsi di alternanza scuola-lavoro. Novità in vista anche per chi assume colf e badanti con il raddoppio dell’importo dei contributi deducibili da 1.500 a 3mila euro. A breve partirà la piattaforma per incrociare domanda e offerta di lavoro.