Forestali nell’Arma, il Tar Abruzzo rinvia la riforma alla Consulta 

La legittimita’ della soppressione del Corpo Forestale dello Stato e l’assorbimento del personale nell’Arma dei Carabinieri, riforma voluta nel 2016 dal Governo in base alla legge delega Madia, sara’ valutata dalla Corte Costituzionale. Il provvedimento e’ risultato del contenzioso apertosi dinanzi ai Tar d’Italia a seguito dei ricorsi presentati da oltre 2000 appartenenti all’ex Corpo Forestale i quali, con la riforma, avevano visto mutato lo status giuridico da civile a militare. In particolare il Tar Abruzzo, sezione di Pescara, al quale si e’ rivolto il vice sovrintendente della Forestale Vincenzo Cesetti, ha considerato la riforma contraria alla ‘liberta’ di autodeterminazione’ degli appartenenti alla Forestale, “in mancanza della possibilita’ di esercitare una scelta pienamente libera e volontaria di divenire personale militare”. A riferirlo l’avvocato Egidio Lizza dello studio legale Romano di Benevento, che assiste gran parte degli ex Forestali nel contenzioso. I giudici abruzzesi, osserva il legale, “dubitano della razionalita’ della riforma che cancella un Corpo ad alta specializzazione per indimostrate esigenze di bilancio. La critica e’ ancor piu’ severa quando focalizza l’attenzione sul fatto che il disciolto Corpo Forestale – conclude Lizza – e’ sempre stato riconosciuto quale capace tutore del bene ambiente, che e’ uno dei diritti fondamentali della persona”. Per la Fp-Cgil, che ha promosso piu’ di mille ricorsi di appartenenti al soppresso Corpo Forestale dello Stato presso diversi Tar, “la militarizzazione forzata degli appartenenti al Corpo Forestale dello Stato presenta diversi profili di incostituzionalita’ e la militarizzazione non garantisce maggiore efficacia al funzionamento delle forze di polizia”. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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