In 8 anni l’Abruzzo ha perso 56 mila 258 abitanti e decresce del 4,23 per cento

In 8 anni l’Abruzzo ha perso 56 mila 258 abitanti e decresce del 4,23 per cento. A scattare la fotografia sulla situazione è l’analista Aldo Ronci che ha elaborato i dati sulla popolazione dell’Istat, aggiornati con il censimento permanente. La discesa a picco dell’andamento demografico in regione ha un’intensità doppia di quella registrata in Italia che è stata del 2,26 per cento nello stesso periodo di tempo considerato: dal 31 dicembre 2013 al 31 dicembre 2021. Gli abitanti persi sono pari a quelli di 3 città come Sulmona, Ortona e Penne. Il dato preoccupante è l’emigrazione in altre regioni di 9 mila 978 residenti in Abruzzo.

Le 2 classi di età che hanno influenzato questa forte flessione della popolazione sono quella tra i 32 e i 48 anni che ha perso 49 mila 141 unità (-14,80 per cento), che ha subito quasi lo stesso decremento percentuale dell’Italia (-14,18 per cento) e la fascia dai 15 ai 31 anni che ha visto emigrare 26 mila 567 giovani con una flessione dell’11,12 per cento, valore pari a 2 volte e mezzo quello italiano del 4,53 per cento. “Il forte decremento giovanile genera squilibri nel rapporto tra generazioni con implicazioni allarmanti di carattere sociale ed economico”, ha sottolineatol’analista.

La presenza di stranieri è più bassa di 3 punti percentuali rispetto a quella generale dell’Italia. Poco attrattivo per i migranti, nel 2020 l’Abruzzo conta 82 mila 338 stranieri su un totale di 1 milione 273 mila 660 abitanti registrando il 6 per cento di stranieri residenti, uno spread negativo di 3 punti percentuali rispetto al 9 per cento nazionale. La flessione demografica, in generale, si spalma con intensità più elevata nelle province di L’Aquila e di Chieti che presentano aree più numerose in fase di spopolamento e con intensità più lieve nelle province di Teramo e di Pescara che hanno aree meno numerose in fase di spopolamento.

Soprattutto “lo spopolamento riguarda sia i comuni montani delle aree interne che quelli delle aree costiere”, ha spiegato Ronci. In tutto sono 181 i comuni montani in via di spopolamento: contano una popolazione di 252 mila 426 abitanti che rappresentano il 20 per cento del totale della popolazione regionale. Questi territori hanno subito, in 8 anni, un decremento di 32 mila 57 unità che in valori percentuali è pari all’11,27 per cento. Inaspettato poi un altro dato: 27 comuni non montani sono in fase di spopolamento. Contano una popolazione di 71 mila 773 abitanti, hanno subito, in 8 anni, un decremento di 7 mila 620 unità che in valori percentuali è pari al 9,60 per cento e rappresentano il 6 per cento della popolazione abruzzese. Le cause principali dello spopolamento, sia dei comuni montani che di quelli costieri, sarebbero d’attribuire soprattutto alla mancanza di occupazione, ma anche alla carenza di presenza di servizi essenziali nei territori: sanità, istruzione e trasporti, e di servizi necessari (giustizia, banche, strutture culturali e del tempo libero), ha concluso Ronci.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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