Inps, tiene il numero di occupati ma cala il reddito medio

Il mercato del lavoro cresce – seppur di poco – nell’anno della pandemia anche se non migliorano le condizioni economiche dei lavoratori dipendenti e indipendenti, con una flessione marcata del reddito medio. A fornire questi dati è l’Osservatorio sui lavoratori dipendenti e indipendenti dell’Inps, che evidenzia anche come la situazione di emergenza sanitaria abbia penalizzato soprattutto i lavoratori piu’ giovani.

Nel 2020 il numero di lavoratori dipendenti e indipendenti e’ risultato pari a 25.630.000, in leggera crescita rispetto al 2019 (+0,3%), mentre l’aumento e’ piu’ marcato rispetto al 2015 (+2,3%). A causa della pandemia e’ diminuito lo scorso anno il numero medio di settimane lavorate (40,2 da 42,9 nel 2019). E anche il reddito medio annuo da lavoro ha subito una diminuzione, pari al -6%. Tra il 2015 e il 2020 l’andamento degli occupati e’ molto diversificato: calano artigiani (-9,1%), commercianti (-5,1%) e agricoli autonomi (-3,4%); giu’ anche i dipendenti del settore privato (-3,1%, sotto i 15 milioni), mentre crescono (+4%) i dipendenti pubblici, soprattutto nell’ultimo anno; inverte la rotta il trend dei lavoratori domestici, che segnano un +7% dopo il calo dei 4 anni precedenti; calano invece gli operai agricoli, dopo un momento di crescita tra 2017 e 2018; in netto calo i parasubordinati (-15,8%); in ripresa, infine, i lavoratori impiegati con voucher o contratti di lavoro occasionale, dopo aver toccato il livello minimo di 40mila lavoratori nel 2019. Il 2020 evidenzia come persista il gap reddituale tra uomini e donne: gli uomini (56% occupati), a fronte di una media di 41,3 settimane lavorate, hanno un reddito medio annuo di 24.702 euro, mentre le donne 17.929 con 38,8 settimane lavorate. Nell’anno della pandemia, inoltre – evidenzia l’Inps – i lavoratori piu’ giovani sono quelli con le variazione negative piu’ consistenti rispetto al 2019 (-21% lavoratori under 19 e -4,4% 20-24enni), mentre gli over 64 segnano una crescita inedita (+27,7%) per “dell’effetto derivante dal bonus babysitting che ha ‘mobilitato’, in via chiaramente transitoria, un numero rilevante di anziani (spesso nonni o parenti)”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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