Istruzione, spesa pubblica sotto la media europea

Nel 2021, in Italia, la spesa pubblica in Istruzione incide sul Pil per il 4,1%, valore più basso di quello medio europeo (4,9%). Nel 2022, prosegue il miglioramento del livello di istruzione degli adulti (25-64enni), per effetto dell’ingresso di generazioni di giovani, mediamente più istruiti, e l’uscita di generazioni di anziani, in genere meno istruiti. La quota di coloro che hanno conseguito al più la licenza media è scesa al 37,4% ma, nel Mezzogiorno, raggiunge il 45,6%. Sono alcuni dei dati contenuti nella pubblicazione web dell’Istat ‘Noi Italia’, che offre una selezione di oltre 100 indicatori statistici sulla realtà del nostro Paese. Nel 2020, il tasso di partecipazione di giovani 20-24enni al sistema di istruzione e formazione è uguale al 37,4%, con elevate differenze tra le Regioni. L’Emilia Romagna ha il valore più alto (53,4%) seguita dal Lazio (51,1%). Valori inferiori alla media si registrano, invece, per tutte le Regioni del Mezzogiorno (con la sola eccezione dell’Abruzzo), per tre Regioni del Nord (Veneto, Liguria e Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste) e per la Provincia Autonoma di Bolzano/ Bozen. L’Italia mostra un valore inferiore a quello dell’Ue (43,5%). Nel 2022, in Italia, diminuisce la quota di giovani (18-24enni) che abbandonano 6 2023 precocemente gli studi (11,5%) ma, nel Mezzogiorno, l’incidenza ha un valore più elevato (15,1%). L’abbandono precoce degli studi riguarda più i ragazzi (13,6%) delle ragazze (9,1%). Il benchmark europeo per il 2030 è fissato al 9%.

Le Regioni hanno aspetti tra loro differenti. Tra le ripartizioni, il Mezzogiorno presenta la maggiore incidenza sul Pil (5,9%) della spesa in Istruzione rispetto al Nord-Ovest (2,8%), che vi investe relativamente meno.

Nel 2022, la percentuale di adulti poco istruiti raggiunge il 45,6% nel Mezzogiorno, a fronte del 33,3% nel Centro-Nord; tra le Regioni, Puglia e Sicilia raggiungono i massimi valori, rispettivamente 47,8% e 48,0%.

Nonostante i progressi degli ultimi anni, per quanto riguarda gli abbandoni scolastici, il divario territoriale rimane elevato, con una distanza di 5,7 punti percentuali tra Centro-Nord e Mezzogiorno, dove l’incidenza raggiunge il 15,1%. Tra le Regioni, la percentuale più alta di giovani che abbandonano gli studi senza aver conseguito un titolo secondario superiore si registra in Sicilia (18,8%) e in Campania (16,1%).

Anche la percentuale di giovani in possesso di un titolo di studio terziario è differenziata sul territorio. Nel 2022, il divario tra Centro-Nord e Mezzogiorno è di 8,9 e di 8,3 punti percentuali, rispettivamente nelle classi di età 30-34 anni e 25-34 anni. Con riferimento alle stesse classi di età, nel Centro-Nord, la quota di laureati è del 30,5% e 32,5%, mentre scende al 21,6% e 23,9% nel Mezzogiorno; con Puglia e Sicilia che registrano i valori più bassi. Il forte divario territoriale permane per entrambi i generi.

Nel 2020, i tassi di partecipazione al sistema formativo dei giovani d’età compresa tra i 20 e i 24 anni restano molto differenti tra le ripartizioni geografiche (con valori superiori nel Centro) e, all’interno di queste, anche tra le Regioni. L’Emilia Romagna ha il valore più alto (53,4%) seguita dal Lazio (51,1%). Valori inferiori alla media si registrano per tutte le Regioni del Mezzogiorno (con la sola eccezione dell’Abruzzo), per tre Regioni del Nord (Veneto, Liguria e Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste) e per la Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen.

Nel 2022, la quota di giovani che non lavorano e non studiano (Neet) è del 14,0% nel Centro-Nord e del 27,9% nel Mezzogiorno. L’incidenza dei Neet, doppia nel Mezzogiorno, rimarca il divario territoriale molto ampio presente su questo fenomeno. Valori superiori alla media si registrano solamente nelle regioni del Mezzogiorno (con la sola eccezione dell’Abruzzo). I valori più bassi si registrano nelle Province autonome di Bolzano/Bozen (9,9%) e Trento (11,1%).

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

Controllate anche

Convention di Fratelli d’Italia, è il giorno dell’annuncio di Giorgia Meloni

Sale l’attesa sull’annuncio della candidatura della premier Giorgia Meloni alle elezioni europee che dovrebbe avvenire …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *