Missile cinese in caduta sulla terra. Nel centro sud anche l’Abruzzo tra i luoghi potenzialmente a rischio. L’allerta della Protezione civile

Conto alla rovescia per l’impatto del missile spaziale cinese in caduta libera sulla terra.
Sono giornate di lavoro e di allarme per la Protezione Civile per quella che potrebbe essere una minaccia per alcune regioni del centro-sud. Toccherà al Comitato Operativo della Protezione Civile riunito dal Capo Dipartimento Fabrizio Curcio stimare e analizzare tutti “gli scenari scenari dovuti al rientro incontrollato in atmosfera del lanciatore spaziale cinese “Lunga marcia 5B”” finalizzato alla diramazione di “tutte le informazioni con le strutture operative ed i territori potenzialmente coinvolti.”
Il razzo è formato da 18 tonnellate di metallo e altri materiali distribuiti su trenta metri, è stato progettato per essere in orbita terrestre bassa (LEO -low Earth orbit-, tra 300 e 1000 km) ed il rientro sulla Terra è stimato stimato per le 2:24 italiane del 9 maggio con un’incertezza di ± 6 ore. Un solo minuto di variazione nell’orario di rientro, comunque, determinerebbe una variazione di centinaia di km sul potenziale luogo dell’impatto del razzo, o dei frammenti qualora il razzo all’impatto con l’atmosfera andasse in pezzi. Sono tre le traiettorie che potrebbero coinvolgere l’Italia nella finestra temporale stimata e “interessano porzioni di 9 regioni del centro-sud, ovvero Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna” spiega la Protezione Civile, che assicura “le previsioni di rientro saranno soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento del vettore spaziale stesso e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché a quelli legati all’attività solare”.


Le Protezione Civile fornisce importanti indicazioni fondamentali alla popolazione per la propria protezione sul comportamento da adottare nelle prossime ore riassunto nei seguenti punti: è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;
i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti;
è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto;
alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero resistere all’impatto. Si consiglia, in linea generale, che chiunque avvistasse un frammento, di non toccarlo, mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, e dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti.

Infine assicurano che “il tavolo tecnico – composto da Asi, (Agenzia Spaziale Italiana), da un membro dell’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, rappresentati del Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, della Difesa – Coi, dell’Aeronautica Militare – Isoc e degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione Speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni – continuerà, insieme ai rappresentanti delle Regioni potenzialmente coinvolte, a seguire tutte le operazioni del rientro, fornendo analisi e aggiornamenti sull’evoluzione delle operazioni.”

di R. Matteo D’Angelo

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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