 Nel primo semestre 2025 l’Abruzzo è rientrato tra le regioni in “zona rossa” per rischio di infortunio mortale, con un’incidenza superiore del 25% rispetto alla media nazionale (15,1 morti per milione di occupati). A segnalarlo è l’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega, che ha analizzato i dati relativi agli ultimi quattro anni.
Nel primo semestre 2025 l’Abruzzo è rientrato tra le regioni in “zona rossa” per rischio di infortunio mortale, con un’incidenza superiore del 25% rispetto alla media nazionale (15,1 morti per milione di occupati). A segnalarlo è l’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega, che ha analizzato i dati relativi agli ultimi quattro anni.
Il monitoraggio evidenzia come l’Abruzzo sia finito in zona rossa due volte su quattro dal 2022, insieme a Umbria, Sicilia, Campania e Valle d’Aosta, mentre il Trentino-Alto Adige ha registrato il livello di rischio più alto in tutto il periodo osservato.
Secondo l’Osservatorio, il dato da considerare non è il numero assoluto delle vittime, ma l’incidenza in rapporto alla popolazione lavorativa, criterio che fotografa con maggiore precisione la geografia del rischio e le fragilità territoriali. In Abruzzo, come nelle altre regioni del Sud, la dimensione ridotta della popolazione lavorativa incide sull’aumento dell’indice di mortalità.
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