Nel 2020 il credito bancario alle imprese italiane ha registrato un balzo del 7,4 per cento

Nel 2020 il credito bancario alle imprese italiane ha registrato un balzo (+7,4% annuo a ottobre), spinto dai prestiti emergenziali con garanzie pubbliche, arrivati oggi a circa 146 miliardi di euro. Questo strumento e’ servito per arginare la crisi di liquidita’ subita dalle imprese, causata dal crollo dei fatturati dovuto al lockdown e alle altre misure restrittive imposte dalla pandemia. Lo rileva il Centro studi di Confindustria. Secondo il Csc il peso del debito e’ cresciuto in misura marcata in molti settori rispetto al 2019 e parimenti e’ cresciuto l’onere per interessi. In molti settori sia dell’industria che dei servizi cio’ ha accresciuto troppo il peso del debito, misurato in anni di cash flow generato dalle imprese. Nei servizi, in media, da 1,9 a 11,2 anni. Cash flow che si e’ bruscamente assottigliato nel 2020 e in alcuni casi e’ divenuto negativo (da 81 a -4 miliardi di euro nel totale del manifatturiero). Il semplice servizio del debito, nella situazione attuale, prosciuga le risorse interne disponibili. Senza interventi di policy mirati a rafforzare la situazione finanziaria delle imprese (in primis, un allungamento della durata del debito) e senza un solido recupero di fatturato e cash flow dal 2021, in quasi tutti i settori di industria e servizi l’eccesso di indebitamento mette a rischio il flusso di nuovi investimenti produttivi in Italia.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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