I rantoli di Thomas agonizzante e i due 15enni che gli dicevano ‘stai zitto’. E’ il racconto del testimone del terribile delitto di Pescara. “Ero allibito, volevo fermarli ma non sapevo come fare. Sembrava che non ci stessero più con la testa”, ha detto il giovane che ha fatto poi scattare l’allarme. E aggiunge: “Nonostante l’accaduto siamo andati al mare a fare il bagno” e lì uno dei due presunti assassini” si è disfatto del coltello che aveva avvolto in un calzino sporco di sangue, lasciandolo dietro agli scogli”.
Il testimone racconta di essersi trovato con gli amici alla stazione di Pescara intorno alle 16 e 30. “L’intento era quello di andare al mare ma anche di parlare con Cristopher Thomas che doveva 200/300 euro a M.. Cristopher si trova in genere vicino alla stazione e li’ lo abbiamo incontrato. M. e Cristopher hanno iniziato a litigare perche’ M. era aggressivo e Cristopher di rimando gli rispondeva che anche lui aveva amici da chiamare. Ci siamo spostati dapprima verso i silos della stazione, dove M. si e’ indispettito perche’ Christopher non gli restituiva il denaro, quindi M. ha costretto Christopher a dirigersi verso il parchetto di via Raffaello Sanzio in una zona appartata. M.ci ha anche fatto segno di andarcene ma io e C. che lo seguivamo gli siamo andati dietro perche’ la situazione non ci sembrava tranquilla Gli altri seguivano anche loro ma un po’ piu’ distanti. Mentre M. camminava, gia’ dentro al parco, ci ha fatto vedere che impugnava un coltello. Quando ho raggiunto il punto di visuale che mi permettesse di vedere la posizione in cui si trovavano M. e Christopher, ho visto Cristopher che perdeva sangue ed ho subito capito che M. lo aveva accoltellato. Davanti a me, M. ha continuato a sferrare fendenti di coltello a Christopber steso a terra che si lamentava”. Secondo il racconto del giovane testimone, a un certo punto anche C. “ha preso dalle mani di M. il coltello con il quale ha anche lui colpito piu’ volte Christopher che continuava a lamentarsi emettendo un verso come di morte. lo sono rimasto attonito e non ho avuto la forza di reagire, quando poi io, M. e C. ci siamo ricongiunti al resto del gruppo, tutti hanno saputo cosa era successo perche’ io, giunto per primo, l’ho raccontato. Poi i ragazzi decidono di andare al mare. Nonostante l’accaduto siamo andati a mare a fare il bagno, nella spiaggia dello stabilimento Croce del Sud e M. si e’ disfatto del coltello che aveva avvolto in un calzino di C. sporco di sangue, lanciandolo dietro agli scogli che fronteggiano la spiaggia, lato mare aperto. Io ero davvero frastornato e ho capito che non era qualcosa che potessi tenere per me e quindi ho parlato dapprima con mio fratello e poi con i miei genitori e, insieme a mio padre, mi sono recato in questura per denunciare il fatto”.
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