Papa Francesco apre la Porta Santa della basilica di Collemaggio per la Perdonanza Celestiniana

Papa Francesco ha aperto la Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio dando il via alla Perdonanza Celestiniana. E’ il primo Pontefice a farlo. Il Santo Padre ha invitato al perdono (“L’Aquila sia davvero capitale di perdono, di pace e di riconciliazione!”), ha pregato per la pace in Ucraina e nel mondo, ha sottolineato la necessità di un “impegno lungimirante” per la ricostruzione della citta’ e ha denunciato le “tante, troppe vittime” nelle carceri.

Piazza Duomo e il piazzale della Basilica di Santa Maria di Collemaggio dalle prime ore del mattino erano gremite di fedeli e pellegrini per festeggiare un giorno speciale. La visita di Papa Francesco nel capoluogo abruzzese è durata poco piu’ di quattro ore. In piazza Duomo lo hanno atteso anche i familiari delle vittime del terremoto del 2009 e una delegazione di 21 tra detenuti ed ex detenuti delle carceri di Avezzano, Sulmona, Chieti e Pescara. Un grande abbraccio è quello che il Papa ha offerto ai cittadini che ha salutato in dialetto aquilano (“Jemo ‘nnanzi!”) e ringraziato per la loro “testimonianza di fede” e la “grande dignità” con la quale si e’ affrontato il dramma del 2009. “Penso a uno di voi, che mi ha scritto tempo fa, e mi diceva che aveva perso i suoi due unici figli adolescenti” nel terremoto, ha riferito. “E come questo tanti, tanti”. “Il dolore c’e’ – ha poi osservato -, e le belle parole aiutano, ma il dolore rimane. E con le parole non se ne va il dolore. Soltanto la vicinanza, l’amicizia, l’affetto: camminare insieme, aiutarci come fratelli e andare avanti. O siamo un popolo di Dio o non si risolvono i problemi dolorosi, come questo”.

“Voi, gente aquilana, avete dimostrato un carattere resiliente”, ha continuato sottolineando quanto sia fondamentale per la ricostruzione “attivare e rafforzare la collaborazione organica, in sinergia, delle istituzioni e degli organismi associativi: una concordia laboriosa, un impegno lungimirante, perché stiamo lavorando per i figli, per i nipoti, per il futuro”. Nell’opera di ricostruzione il Papa ha chiesto “un’attenzione particolare” per le chiese, “patrimonio della comunita’, non solo in senso storico e culturale, anche in senso identitario”. Poi ha parlato di speranza ringraziando la delegazione del mondo carcerario abruzzese (“oggi qui siete segno di speranza nella ricostruzione umana e sociale”). “Anche in voi saluto un segno di speranza, perche’ anche nelle carceri ci sono tante, troppe vittime”, ha detto. Dopo una visita nel Duomo, ancora inagibile dal sisma (il Pontefice in sedia a rotelle ha indossato un caschetto di protezione tra i ponteggi), Francesco si e’ recato a Collemaggio per il rito dell’apertura della Porta Santa della Perdonanza Celestiniana. Nell’omelia della celebrazione eucaristica l’esortazione affinche’ “L’Aquila sia davvero capitale di perdono, di pace e di riconciliazione!”. Il perdono, unico mezzo che “costruire la pace”. “Voi avete sofferto molto a causa del terremoto, e come popolo state provando a rialzarvi e a rimettervi in piedi – si e’ cosi’ rivolto alla citta’ -. Ma chi ha sofferto deve poter fare tesoro della propria sofferenza, deve comprendere che nel buio sperimentato gli e’ stato fatto anche il dono di capire il dolore degli altri. Voi potete custodire il dono della misericordia perche’ conoscete cosa significa perdere tutto, veder crollare cio’ che si e’ costruito, lasciare cio’ che vi era piu’ caro, sentire lo strappo dell’assenza di chi si e’ amato. Voi potete custodire la misericordia perche’ avete fatto l’esperienza della miseria”.

“La consapevolezza della propria miseria e la bellezza della misericordia”, ha rimarca il Pontefice che ha citato anche i “terremoti dell’anima” precisando che Dio “da’ sempre un’altra possibilità”. “Partire dalla propria miseria e guardare li’, cercando come arrivare al perdono, perche’ anche nella propria miseria sempre troveremo una luce che e’ la strada per andare al Signore. E’ Lui che fa la luce nella miseria”, ha proseguito raccontando le difficolta’ per l’atterraggio in elicottero al mattino: “Quando eravamo arrivati all’Aquila non potevamo atterrare: nebbia fitta, tutto scuro, non si poteva. Il pilota dell’elicottero girava, girava, girava… Alla fine ha visto un piccolo buco ed e’ entrato li’: e’ riuscito, un maestro. E ho pensato alla miseria: con la miseria succede lo stesso, con la propria miseria. Tante volte li’, guardando chi siamo, niente, meno di niente; e giriamo, giriamo… Ma a volte il Signore fa un piccolo buco: mettiti li’ dentro, sono le piaghe del Signore! Li’ e’ la misericordia, ma e’ nella tua miseria. C’e’ il buco che nella tua miseria il Signore ti fa per potere entrare. Misericordia che viene nella tua, nella mia, nella nostra miseria”. Per Bergoglio occorre essere umili. Essi possono apparire uomini deboli e poerdenti ma in realta’ “sono i feri vincitori”, ha spiegato il Papa che ha esaltato la figura di Celestino V, erroneamente ricordato come “colui che fece il gran rifiuto”, secondo l’espressione di Dante nella Divina Commedia. Celestino V “non e’ stato l’uomo del ‘no’, e’ stato l’uomo del ‘si””, “e’ stato un testimone coraggioso del Vangelo, perche’ nessuna logica di potere lo ha potuto imprigionare e gestire. In lui noi ammiriamo una Chiesa libera dalle logiche mondane e pienamente testimone di quel nome di Dio che e’ Misericordia”.

Il cristiano “sa che la sua vita non e’ una carriera alla maniera di questo mondo, ma una carriera alla maniera di Cristo”. Finche’ “non comprenderemo che la rivoluzione del Vangelo sta tutta in questo tipo di liberta’, continueremo ad assistere a guerre, violenze e ingiustizie, che altro non sono che il sintomo esterno di una mancanza di liberta’ interiore. Li’ dove non c’e’ liberta’ interiore, si fanno strada l’egoismo, l’individualismo, l’interesse, la sopraffazione e tutte queste miserie. E prendono il comando, le miserie”, ha sottolineato invocando alla fine dell’Angelus per l’Ucraina e tutti i popoli che soffrono a causa delle guerre “il perdono e la pace” implorando Dio di ravvivare “nel cuore dei responsabili delle nazioni il senso umano e cristiano di pieta’, di misericordia”. La visita all’Aquila di Papa Francesco si e’ conclusa con l’apertura della Porta Santa, che ha segnato l’inizio della Perdonanza. Alla presenza di 7.000 persone, Francesco con un bastone di ulivo del Getsemani ha percosso i battenti con tre colpi. Dopo le formule del rito, le ante della Porta Santa si sono spalancate. La Perdonanza concessa da San Pietro Celestino con la bolla Inter sanctorum solemnia – e rinnovata dai suoi successori – ha inizio. I fedeli ora potranno ottenere l’indulgenza plenaria recitando il Credo, il Padre nostro e la preghiera secondo le intenzioni del Papa, e accostandosi alla confessione e alla comunione eucaristica.

“È stato un vero privilegio per me accogliere e salutare oggi il Santo Padre”. Lo ha detto Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo, sottolineando la commozione provata all’apertura della Porta Santa. “È stato un momento molto commovente, un ricordo che resterà indelebile, una delle emozioni più grandi e uno dei momenti più intensi della mia carriera – ha aggiunto il governatore – Non solo per me. Credo di condividere il pensiero di tutti gli abruzzesi. Abbiamo atteso 7 secoli per avere qui la presenza del Santo Padre, ma oggi abbiamo visto il Papa vincere le sue difficoltà, superare la fragilità del suo fisico pur di esserci. Ha voluto varcare con le sue gambe la Porta Santa per rinnovare la profondità del messaggio di Celestino V – ha concluso – Siamo grati a Papa Francesco, alla Chiesa cattolica e al Cardinale Giuseppe Petrocchi che hanno lavorato con la diocesi perché questo potesse accadere e quello che sembrava un sogno potesse realizzarsi”.

Giovanni Legnini, Commissario Straordinario del Governo ai fini della ricostruzione nei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici, ha incontrato il Papa stamani all’Aquila nel corso della visita pastorale. “Pace e perdono – ha detto Legnini – sono le parole chiave del messaggio del Papa oggi alla 728esima Perdonanza a L’Aquila. Consapevolezza della propria miseria e della bellezza della Misericordia: è ciò che le persone vivono a causa delle guerre, dei terremoti e di ogni altra catastrofe nel momento della sofferenza e come stimolo per la ripartenza. Grazie Papa Francesco per un messaggio che tocca il cuore e ci invita alla riflessione e all’impegno”.

Il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha partecipato oggi alla storica apertura della Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, il momento più importante della Perdonanza. Un evento eccezionale per L’Aquila anche in termini di promozione e rilancio per tutto il territorio abruzzese. Un simbolo di ripartenza per una terra ferita che non si è mai arresa. “Le immagini di papa Francesco che attraversa la Porta Santa resteranno nella memoria di ciascuno di noi rappresentando un momento storico di straordinaria importanza”, ha dichiarato Garavaglia.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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