Crollano le tariffe alberghiere secondo l’Unione nazionale consumatori. La frenata maggiore si registra ad Ascoli Piceno, (-23,1% rispetto ad ottobre 2019), Venezia, con una flessione su base annua del 21,3%, e Firenze, con una riduzione delle tariffe dei servizi di alloggio del 17%. Al quarto posto Bologna (-16,5%), al quinto Milano (-15,2%); seguono, distanziate, La Spezia con -10,8% e, al settimo posto, Roma, con -10,2%, ultima citta’ a registrare un calo a due cifre. In media nazionale, a ottobre i prezzi degli alberghi scendono su base annua del 3,8%.
Dall’altra parte della classifica, i rialzi annui piu’ alti per Pescara (+18,2%) Trapani (+15,5%) e, in netta controtendenza con tutte le altre grandi citta’ italiane, Genova, che, per via del Salone Nautico e del suo spostamento di data da settembre a ottobre, segna un +15,4%. “Genova dimostra, se ce ne fosse bisogno, che, essendo i prezzi degli alberghi collegati alla domanda di camere, se gli eventi ripartono ed il pubblico ritorna, i prezzi risalgono e la crisi finisce. Tra Genova e Milano c’e’ una differenza di oltre 30 punti percentuali, 30,6 per la precisione. Una voragine” conclude Dona. A livello regionale, la regione piu’ in deflazione e’ il Lazio, al primo posto con una flessione dei prezzi degli alberghi del 9,4%, poi la Toscana (-7,6%) e al terzo posto la Lombardia (-6,5%). Alzano i prezzi, invece, in Liguria, con un rincaro record del 9,5%, sempre per via del Salone Nautico, al secondo posto la Calabria con +9,2% e al terzo il Trentino, +2,5%.
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