Provenzano: Bisogna lavorare per non perdere un solo euro dei fondi europei

“Bisogna lavorare per non perdere un solo euro dei fondi europei, un qualcosa che non ci possiamo permettere visto che gia’ quest’anno rischiamo un grave disimpegno” e poi “c’e’ un tema di investimenti pubblici che sono, e non solo al Sud, al livello piu’ basso di tutta a storia repubblicana”. Lo afferma il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano concludendo le ‘giornate dell’economia Marcello de Cecco’ in merito al piano per il Mezzogiorno allo studio del Governo Conte. Provenzano ha sottolineato l’importanza “pur senza caricarle di troppe aspettative delle Zes (zone economiche speciali) e delle infrastrutture, “non solo l’alta velocita’ ma anche un’offerta maggiore sull’esistente” per evitare l’isolamento di alcune aree. Fra gli altri punti , il ministro ha citato il rilancio degli “investimenti privati” sottolineando come negli scorsi anni “il credito imposta e’ servito e cosi’ i contratti di sviluppo” mentre ha avuto minor efficacia la decontribuzione sulle assunzioni. “Andrebbe ridotto – ha aggiunto – il carico fiscale sul lavoro ma in tutto il paese, lasciando le gabbie salariali ad archeologia. Differenziali sui salari reali gia’ esistono” de facto.

I “500mila giovani che dal Meridione sono andati in Europa” in questi anni, devono dare il loro contributo “non con le rimesse” ma con l’apporto del loro “know how” di esperienze per rilanciare lo sviluppo dell’area. E’ quanto chiede il ministro del Sud Giuseppe Provenzano alla conclusione de ‘le giornate di economia Marcello De Cecco’. Per il ministro il Sud e’ una “una priorita’ per l’intero paese” e il suo rilancio “e’ necessario anche per il Nord”: il Mezzogiorno “non deve essere assistito o tollerato ma bisogna avere un progetto di Sud utile all’Italia e all’Europa per uscire dalla trappola”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

Controllate anche

Benessere equo e sostenibile in Italia, i dati dell’Abruzzo

L’analisi dei 132 indicatori Bes per cui e’ disponibile il dettaglio regionale, nell’ultimo anno di …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *